Vedi PLESTIA dell'anno: 1965 - 1996
PLESTIA (Plestia)
Municipio della Regione VI Augustea nell'altipiano di Colfiorito, (Umbria) lungo la via che dalla Flaminia presso l'antico Forum Flaminii (S. Giovanni Profiamma) scendeva attraverso il valico di Serravalle a Muccia. Compresa tra le città che ebbero l'optimum ius già nel 268 a. C. appartenne alla tribù Ufentina. Etnico Plestini (Plin., Nat. hist., iii, 114).
Dalle poche iscrizioni, per lo più funerarie (C. I. L., xi, p. 812, 5617, 5627), conosciamo un curator reipublicae un IIII vir, un quaestor, un VI vir augustalis.
Dell'antica città, che sorgeva nel luogo ove si erge tuttora la chiesa di S. Maria di Pistia, nessun vestigio resta più sopra terra, ma nel corso dei lavori agricoli spesso s'incontrano antichi muri e materiali costruttivi. Nella zona si sono avuti inoltre notevoli trovamenti della prima Età del Ferro attestanti l'importanza di quel centro anteriormente al dominio romano. Sede vescovile sulla fine del sec. V, negli anni 499 e 502 troviamo ricordato un vescovo Florentius.
Menzionata per l'ultima volta sotto Ottone III, che nel 996 vi emanò due diplomi, nell'XI sec. fu abbandonata forse in seguito ad inondazione ed impaludamento del contiguo lago, dando vita a vari castelli circonvicini che della antica P. utilizzarono le pietre.
Il lago, lacus Plestinus, costituente l'attuale altopiano di Colfiorito fu fatto prosciugare nel 1483 da Giulio Cesare Varano. Quivi nel 217 a. C. in seguito alla disfatta del Lago Trasimeno 4000 cavalieri romani sarebbero stati inseguiti dai Cartaginesi ed annientati (Appian., Hann., 9, ii).
Bibl.: C.I.L., XI, p. 812, nn. 5617-5627; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, 1902; K. Scherling, in Pauly-Wissowa, XXI, 1952, c. 234, s. v.; G. Radke-K. Scherling, ibid., c. 235, s. v. Plestinus lacus.