Plein soleil
(Francia/Italia 1959, 1960, Delitto in pieno sole, colore, 119m); regia: René Clément; produzione: Robert Hakim, Raymond Hakim per Paris Film/Titanus; soggetto: dal romanzo The talented Mr. Ripley di Patricia Highsmith; sceneggiatura: René Clément, Paul Gégauff; fotografia: Henri Decaë; montaggio: Françoise Javet; scenografia: Paul Bertrand; costumi: Bella Clément; musica: Nino Rota.
Philip Greenleaf vive a spese del padre, ricco californiano, nell'immaginaria località balneare italiana di Mongibello (gli sfondi reali sono di Ischia) con la connazionale Marge. L'ha raggiunto l'amico Tom Ripley, che dal padre di Philip ha avuto l'incarico di riportarlo a casa. Insolente, Philip si diverte in molti modi, incluso l'umiliare Tom. Costui però ne subisce il fascino e, al tempo stesso, matura l'odio nei suoi confronti. Consapevole della loro somiglianza, progetta di sostituirsi a lui. Ed è quello che fa dopo averlo pugnalato e gettato in mare durante una disastrosa gita in barca. Lasciata Mongibello per Roma, rischia di essere scoperto da un amico di Philip, Freddie, così uccide anche lui. L'immedesimazione con Philip è al culmine quando seduce Marge. Proprio allora il cadavere di Philip, rimasto impigliato alla chiglia della barca, riappare...
È il castigo finale la principale variante del film rispetto al romanzo di Patricia Highsmith, oltre al cambiamento del nome di Dickie in Philip e alla rimozione del rapporto omosessuale tra Philip e Tom, che in Plein soleil è possibile scorgere solo come traccia molto latente. Il film che Anthony Minghella ha tratto nel 1999 dallo stesso romanzo, assumendone stavolta anche il titolo (The Talented Mr. Ripley ‒ Il talento di Mr. Ripley), è più fedele alla pagina scritta; rispetto alla versione di René Clément non ha altro pregio, sempre che la fedeltà di un film a un libro sia necessariamente un pregio. Senza contare, poi, il differente fascino di Maurice Ronet rispetto a Jude Law, di Alain Delon rispetto a Matt Damon, di Marie Laforêt (qui diciottenne ed esordiente) rispetto a Gwyneth Paltrow... Consapevole che il soggetto è inverosimile e che l'amoralità di Tom non lo rende simpatico a un pubblico che nel 1959 era ancora abituato a diffidare dei criminali, Clément rinvigorisce il personaggio accentuando le umiliazioni che subisce per spiegare il suo delitto e prepara il castigo con forti iniezioni di Fëdor Dostoevskij.
Quinto film di Delon, e primo da protagonista, Plein soleil precedette immediatamente il suo incontro con Luchino Visconti. La parte di Ripley venne offerta a Delon dopo il rifiuto di Jacques Charrier, allora più famoso di lui e marito di Brigitte Bardot. In un primo tempo i ruoli dovevano essere inversi: Delon però s'impuntò e ottenne la parte principale. Il felice sodalizio con Ronet doveva ripetersi in La piscine di Jacques Deray (La piscina, 1968), dove il personaggio di Delon uccide nuovamente quello di Ronet, che nuovamente galleggerà cadavere. Sempre nel 1959 lo sceneggiatore Paul Gégauff aveva all'attivo À double tour (A doppia mandata) e Les bonnes femmes(distribuito l'anno successivo), entrambi diretti da Claude Chabrol; in odore di Nouvelle vague, dunque, Gégauff si ritrovò affiancato a un regista estraneo alla Nouvelle vague stessa, che anzi di quel cinema del dopoguerra contestato apertamente dai giovani registi francesi era uno dei rappresentanti più blasonati (il Premio della giuria internazionale a Cannes per La bataille du rail ‒ Operazione Apfelkern, 1946; il Premio per la regia e l'Oscar come miglior film straniero a Au-delà des grilles ‒ Le mura di Malapaga, 1949). L'apporto di Gégauff s'avverte soprattutto nella parte iniziale di Plein soleil, ambientata a Roma: il destino dello sceneggiatore sarebbe stato poi stranamente analogo a quello di Philip, morire ucciso dalla moglie a coltellate. In una delle prime scene compare e pronuncia due battute la ventenne e già famosa ‒ per avere interpretato il personaggio della principessa Sissi ‒ Romy Schneider, allora in rotta con la madre Magda e legata a Delon; quando il loro amore sarebbe finito, la Schneider avrebbe recitato nel ruolo di amante di Delon proprio in La piscine.
La critica francese dell'epoca non si scaldò per Plein soleil, limitandosi a notare che esso lanciava definitivamente Delon: si parlò di "fredda perfezione", di "film americano girato in Francia", che non sfiora tuttavia i livelli di Vertigo (La donna che visse due volte, 1958) di Alfred Hitchcock: il paragone con Hitchcock è giustificato dal fatto che un altro romanzo di Patricia Highsmith, Strangers on a train, era già stato portato sullo schermo dal regista con lo stesso titolo (L'altro uomo, noto anche come Delitto per delitto, 1951). In effetti, col senno d'allora, Plein soleil è un film di genere; col senno di oggi è un classico: una sorta di autopsia di un delitto quasi perfetto, sostenuto da una costruzione attentissima della suspense e da atmosfere sferzate dal sole che catturano gli umori del romanzo. Martin Scorsese, impressionato dal crogiolo di passioni, invidie e omicidi del film, lo ha recentemente rilanciato promuovendone un restauro che restituisce appieno la bellezza cromatica dell'Eastmancolor di Decaë.
Interpreti e personaggi: Alain Delon (Tom Ripley), Marie Laforêt (Marge), Maurice Ronet (Philip Greenleaf), Elvire Popesco (madame Popova), Erno Crisa (ispettore Riccordi), Frank Latimore (O'Brien), Bill Kearns (Freddy Miles), Ave Ninchi (Gianna), Viviane Chantel (turista belga), Nerio Bernardi (direttore dell'agenzia), Lilly Romanelli (cameriera), Nicolas Petrov (Boris), Barbel Fanger (Mr. Greenleaf), Romy Schneider (amica di Freddy), René Clément (cameriere maldestro), Paul Muller (cieco), Jacqueline Decaë (Ingrid), Denise Chantal, Walter Grant, Lionello Zanchi.
[G.] Mosk[ovitz], Plein soleil, in "Variety", March 23, 1960.
L. Moullet, Nocive et heureuse, in "Cahiers du cinéma", n. 107, mai 1960.
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K. Reader, Plein soleil, in "Sight & Sound", n. 9, September 1997.
Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 261, 1 février 1981.