PLATO
– Non è nota la data di nascita di questo ufficiale bizantino, di presunta origine grecofona, attivo nei decenni centrali del VII secolo.
Le informazioni concernenti la sua biografia – piuttosto rade e discontinue – sono desunte da fonti relative alle controversie cristologiche che a metà del VII secolo esacerbarono le tensioni politiche tra Costantinopoli e le province, e in particolare l’Italia e l’Africa.
Il gloriosus patricius Plato (Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, p. 337) giunse a Ravenna presumibilmente da Costantinopoli intorno al 645 per ricoprire la carica di esarca di Italia (PL, CXXIX, col. 598B=PL, LXXXVII, col. 118A). Qui dovette fronteggiare le questioni derivate dalle dispute religiose tra il monotelismo imposto con l’Ékthesis nel 638 dall’imperatore Eraclio e il ditelismo occidentale.
L’Ékthesis era una formula dogmatica con la quale l’imperatore aveva cercato un compromesso tra i monofisiti e gli ortodossi, in particolare nelle regioni dell’Oriente cristiano. L’esito fu, però, negativo e si tramutò in un graduale rifiuto ad accettarlo da parte del monachesimo ortodosso e soprattutto da parte della Chiesa di Roma, la quale rinsaldò la sua posizione contro il monotelismo quando, nel 645, l’ex patriarca di Costantinopoli, il monotelita Pirro, trasferitosi a Roma, cedette alle pressioni ditelite abiurando solennemente l’Ékthesis.
Fu per merito del nostro esarca, fedele all’imperatore, che Pirro, nel corso di una visita a Ravenna nel 646, ritornò sui suoi passi riabbracciando il monotelismo in maniera ufficiale. Dopo il voltafaccia dell’ex patriarca i rapporti tra Roma e Costantinopoli si inasprirono ulteriormente quando Costante II emanò nel 648 il Typos de fide, un editto con cui si proibiva ogni discussione sulla materia religiosa controversa. Nel luglio del 649 papa Martino I, già apocrisario presso la corte imperiale, venne eletto e consacrato senza l’approvazione ufficiale dell’esarca, e qualche tempo dopo convocò nel Laterano un grande sinodo in cui vennero condannati sia l’Ékthesis sia il Typos (Liber Pontificalis, cit., I, pp. 336 s.).
Fu allora, nel 649, che Plato venne richiamato a Costantinopoli come consigliere dell’imperatore, molto verosimilmente in virtù della sua esperienza nei rapporti con la Chiesa di Roma.
Le fonti, infatti, ci informano che nell’autunno dello stesso anno venne inviato a Ravenna alla guida dell’Esarcato il cubicularius Olimpio (Liber Pontificalis, cit., I, p. 337: «Ipsis diebus direxit in Italiam Olimpium cubicularium et exarchum ad regendam omnen Italiam, praecipiens ei, dicens: “Si autem, quomodo nobis suggessit Platon gloriosus patricius”».
Nel 653, durante il processo a papa Martino I, Plato si trovava a Costantinopoli forse ancora attivo presso la corte imperiale (PL, CXXIX, col. 598B=PL, LXXXVII, col. 118A: «Hic sunt Constantinopoli plurimi, qui tunc erant Romae, et sciunt quae ibi gesta sunt. Ex quibus interim superest Plato patricius, qui tunc exarchus erat [...]»). Inoltre abbiamo notizia che Teodoro Chilas, uno dei testimoni nel primo processo contro Massimo il Confessore celebrato a Costantinopoli nel 655, era suo genero o cognato (in greco: gambrós) e probabilmente faceva parte del suo seguito quando il nostro esarca giunse in Italia nel 645. In questa occasione è, inoltre, menzionato anche il fratello di Plato il presbyteros Theocharistos (PG, XC, col. 113 C-D).
Non si conosce la data di morte.
Fonti e Bibl.: Commemoratio, in PL, a cura di J.P. Migne, CXXIX, Paris 1853, col. 598B = Martinum Papam I, Alia Notitia Historica, ibid., LXXXVII, Paris 1863, col. 118A; Relatio Motionis, in PG, a cura di J.P. Migne, XC, Paris 1860, col. 113 C-D = Scripta seculi VII vitam Maximi Confessoris illustrantia, a cura di P. Allen - B. Neil, Turnhout 1999 (Corpus Christianorum Series Graeca, XXXIX), pp. 19, 104; Le Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, Paris 19812, I, LXXVI, p. 337.
L.A. Muratori, Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1500, IV, Milano 1744, p. 97; L.M. Hartmann, Untersuchungen zur Geschichte der byzantinischen Verwaltung in Italien, 540-750, Leipzig 1889, p. 176 s.; H. Gelzer, Die Genesis der byzantischen Themenverfassung, Leipzig 1899, p. 26; E. Caspar, Geschichte des Papsttums: von den anfangen bis zur hohe der weltherrschaft, II, Das Papsttum unter byzantinischer Herrschaft, Tübingen 1933, p. 550; O. Bertolini, Riflessi politici delle controversie con Bisanzio nelle vicende del secolo VII in Italia, in Caratteri del secolo VII in Occidente, II (Atti delle Settimane di Studio sull’Altomedioevo,V), Spoleto 1958, p. 760; A. Guillou, Régionalisme et in dépendance dans l’Empire Byzantin au VIIe siècle: l’exemple de l’exarchat et de la Pentapole d’Italie, Roma 1969, p. 147 s.; A. Simonini, Autocefalia ed Esarcato in Italia, Ravenna 1969, p. 67; F.X. Murphy - P. Sherwood, Constantinople II et Constantinople III, Paris 1974, p. 167; A.N. Stratos, Byzantium in the seventh century, III (642-668), Amsterdam 1975, p. 81, 88, 118; T.S. Brown, Gentlemen and officers, imperial administration and aristocratic power in byzantine Italy A.D. 554-800, Hertford 1984, pp. 51 (nota 24), 65, 68, 148, 165, 273; J. Ferluga, L’esarcato, in Storia di Ravenna, dall’età bizantina all’età ottoniana, II, 1, a cura di A. Carile, Venezia 1991, p. 363; W. Brandes, Juristische Krisenbewältigung im 7. Jahrhundert? Die Prozesse gegen Martin I. und Maximos Homologetes, in Fontes Minores, X (1998), pp. 175, 182, 192; A. Guillou - F. Bulgarella, L’Italia bizantina dall’esarcato di Ravenna al tema di Sicilia, Torino 1998, pp. 44 s.; Platon (6266), in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, IV, Berlin-New York 2001, p. 1; Platon 12, in The prosopography of the byzantine empire, I (641-867), a cura di J. Martindale, (CD-ROM) 2001; B. Neil, Seventh-century popes and martyrs: the political hagiography of Anastasius Bibliothecarius, Turnhout 2006, pp. 100, 213 e nota 117, 233 e nota 155; G. Ravegnani, Gli esarchi d’Italia, Roma 2011, pp. 75 s.