SAMPERI, Placido
SAMPERI, Placido. – Nacque a Messina il 17 agosto 1590 (Roma, Archivum Romanum Societatis Iesu [ARSI], Sicula catalogus triennalis, n. 63, c. 202r). In assenza di testimonianze documentarie, restano a oggi ignote le sue origini, al pari delle vicende biografiche precedenti alla sua ammissione nella Compagnia di Gesù, avvenuta il 30 aprile 1609 (Messina, Biblioteca regionale universitaria, Elenco dei novizi della Compagnia di Gesù, F.V. 218, c. 102v), data in seguito alla quale è, di contro, possibile ricostruire con una certa precisione le sue attività, i suoi spostamenti e, finanche, il suo stato di salute anno per anno, grazie alla vasta documentazione conservata presso l’archivio romano della Compagnia di Gesù.
Accolto nel noviziato di Messina, domus primae probationis, vi trascorse un iniziale periodo di formazione, trasferendosi, in seguito, a Palermo dove, presso il collegio della Compagnia, è ricordato nel 1611 quale allievo del corso di fisica (ARSI, Sicula catalogus triennalis, n. 61, c. 18r). Nel 1614, in veste di docente di grammatica, è attestato nel collegio di Trapani; nel 1616 in quello di Monreale, dove ricoprì l’incarico di «magister humanitatis et praefectus congregationis superioris» (ARSI, Sicula catalogus triennalis, n. 155, c. 33v), ufficio che rivestì anche l’anno seguente presso il collegio di Reggio Calabria (Lipari, 1990).
Tornato nella città natia nel 1618 per intraprendere gli studi teologici presso il collegio locale, primum ac prototypum, prese i voti sacerdotali entro il 1620, giacché in tale anno è già ricordato come professus; tra i sacerdotes Messanenses è, invece, menzionato nei cataloghi dell’ordine a partire dal 1622 (ARSI, Sicula catalogus brevis, n. 155, c. 281r). Tra il 1620 e il 1623 svolse intensa attività didattica nel collegio peloritano, tenendo corsi di grammatica, di lingua ebraica e di retorica, e proseguendo nel contempo i propri studi filosofici e teologici. A tale periodo è stata ricondotta la trascrizione della tragedia sacra Ismera, attribuitagli da Giuseppe Lipari (1990) e oggi custodita nel fondo manoscritti della Biblioteca regionale universitaria di Messina.
Professor Academiae presso il collegio di Caltagirone nel 1624, e presso quello di Mineo nel 1625, il primo gennaio del 1627 nella casa professa di Messina emise i voti solenni nella Societas Jesu. Ritenuto dai suoi superiori ordinario per ingegno e per giudizio, ma idoneo al canto e all’insegnamento della retorica, fu preposto quasi esclusivamente all’esercizio del ministero della confessione, divenendo autorevole e ricercato confessore, soprattutto di pie esponenti della nobiltà locale, senza mai ricoprire, di fatto, incarichi di particolare prestigio e responsabilità all’interno dell’ordine. Ciò anche per via dei rapporti controversi che al tempo intercorrevano tra i superiori della Compagnia di Gesù e i ceti dirigenti messinesi, a motivo dei quali fu visto con sospetto da entrambe le parti: dai primi poiché messinese, dai secondi poiché gesuita (Lipari, 2017). Tuttavia, gli incarichi ricevuti gli permisero di dedicarsi con maggiore facilità agli studi eruditi, taluni particolarmente impegnativi, e di essere considerato un’autorità indiscussa in campo storico e culturale.
Nel 1628, in forma anonima, pubblicò il Discorso academico in lode del porto di Messina, opera di chiaro intento municipalistico, ma priva di eccessi celebrativi, ristampata nel 1653 a cura dell’Accademia della Fucina di Messina con una lettera dedicatoria firmata dallo stesso Samperi con lo pseudonimo di Placido Placilia (Lipari, 1990). Carattere ben diverso hanno invece altri due scritti che non si allontanano dalla più tradizionale letteratura ecclesiastico-devozionale del tempo, pur non mancando di qualità espressive. Si tratta, rispettivamente, di un elogio in lingua latina di s. Francesco Saverio, composto in occasione della proclamazione del santo a nuovo protettore di Messina nel 1630, e di un’orazione funebre pronunciata durante la celebrazione delle esequie del confratello gesuita Benedetto Moleti, il 24 aprile 1634. I testi di entrambi i componimenti sono riportati nell’inedita Cronaca della casa professa di Messina, 1608-1648, del padre gesuita Paolo Pellizzeri (Lipari, 1990). In forma manoscritta e ancora da studiare si conserva, altresì, nella Biblioteca comunale di Palermo l’introduzione a La Museruola adoperata da Nicandro Chriseo, palermitano, accademico Riacceso, per la bocca del padre Placido Samperi, opera difensiva (Boglino, 1884).
Per i tipi di Giacomo Mattei, nel 1644 diede alle stampe l’Iconologia della Gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina, alla quale è indissolubilmente legata la sua fama. Ristampata nel 1738 da Placido Grillo e corredata da un ricchissimo apparato di incisioni – riproducenti un gran numero di dipinti e di sculture raffiguranti la Vergine Maria, conservati nelle chiese messinesi e in parte non più esistenti – l’opera costituisce «il più prestigioso prodotto dell’editoria messinese del XVII secolo» (Lipari, 2000, p. 211). Si tratta, infatti, di un documento insostituibile per tracciare un quadro storico, religioso e artistico della città sino alla metà del XVII secolo, prima che le conseguenze della rivolta antispagnola del 1674-78 ne segnassero il destino politico, sociale ed economico, e che i successivi eventi tellurici cancellassero le testimonianze di secoli di storia.
Ancora una volta con uno pseudonimo, quello di Marc’Antonio Sestini, nel 1647 pubblicò La Felicità caduta, la Costanza affinata, la Repubblica disordinata: dialoghi ove seriamente si ragiona dei disordini succeduti per le rivoluzioni di Palermo e di Napoli, nel 1647, e della costantissima fedeltà di Messina. Si tratta di un libello di carattere politico e municipalistico, in forma dialogica, commissionato dal Senato peloritano ed edito da un tipografo fittizio (Rodriguez, 1987), nel quale sono tratteggiate le vicende dei moti antispagnoli scoppiati a Palermo e a Napoli, al fine di esaltare, per converso, la fedeltà di Messina nei confronti della Corona asburgica. Ristampata l’anno seguente, sotto il medesimo pseudonimo ma con indicazioni tipografiche differenti, pur sempre false, l’opera è espressione dell’assoluta versatilità culturale di Samperi, abile nell’affrontare, con stile sempre ricercato, generi e tematiche differenti.
Nel 1653 portò a compimento la prima parte della Messana S.P.Q.R. regumque decreto nobilis exemplaris et Regni Siciliae caput, duodecim titulis Illustrata, opera in due volumi, di notevole impegno ed erudizione, tra gli esempi più articolati e complessi di componimento municipalistico e apologetico pertinente alla città dello stretto. Rimasta inedita a causa della scomparsa dell’autore, essa fu pubblicata soltanto nel 1742; in forma manoscritta circolò, tuttavia, ampiamente sin dalla seconda metà del Seicento, come ricorda anche Francesco Susinno (1960), configurandosi immediatamente – nonostante la presenza di talune inesattezze – quale fonte imprescindibile per qualsiasi studio sulle vicende storiche, artistiche e culturali della città peloritana (Chillè, 2013).
Ancora in piena attività, Samperi si spense a Messina il 24 agosto 1654. Per sua espressa volontà, parte del lascito testamentario fu impiegato per la decorazione della chiesa della casa professa messinese, presso la quale per ben ventisette anni il dotto gesuita aveva svolto l’ufficio di confessore (Chillè, 2011). Nel 1700, in sua memoria, il gesuita Domenico Stanislao Alberti diede alle stampe a Palermo l’Elogio del p. Placido Sampieri della Compagnia di Gesù (De Backer, 1869).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivum Romanum Societatis Iesu (ARSI), Sicula catalogus triennalis, n. 61, c. 18r; n. 63, c. 202r; Sicula catalogus brevis, n. 155, cc. 33v, 281r; Ass. Italiae Professi 3 votorum, n. 34, c. 222rv; Messina, Biblioteca regionale universitaria, Elenco dei novizi della Compagnia di Gesù, F.V. 218, c. 102v.
A. De Backer, Alberti Dominique Stanislas, in Bibliothèque des écrivains de la Compagnie de Jésus, I, Liège-Paris 1869, col. 49; C.D. Gallo, Annali della città di Messina, nuova ed. con correzioni, note e appendici di A. Vayola, III, Messina 1881, pp. 390 s.; L. Boglino, I manoscritti della Biblioteca comunale di Palermo, I, Palermo 1884, pp. 501 s.; C. Sommervogel, Samperi Placide, in Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, VII, Bruxelles-Paris 1886, coll. 505 s.; F. Susinno, Le vite de’ pittori messinesi, a cura di V. Martinelli, Firenze 1960, passim; M.T. Rodriguez, Il Seicento, in Cinque secoli di stampa a Messina, Messina 1987, p. 170; G. Lipari, Biobliografia di P. S., in P. Samperi, Iconologia della Gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina, rist. anast. con introduzione di G. Lipari - E. Pispisa - G. Molonia, I, Messina 1990, pp. LXI-LXVI; Id., Ancora sull’Iconologia di P. S., in Monumenta humanitatis. Studi in onore di Gianvito Resta, II, Messina 2000, pp. 211-218; F.P. Campione, S., P., in Enciclopedia della Sicilia, a cura di C. Napoleone, Parma 2006, p. 854; F. Mangiola, L’arte incisoria a Messina nel Seicento: il caso dell’Iconologia di P. S., in Grafica d’arte, XX (2009), 79, pp. 12-17; G. Chillè, «Curiosa et sumptuosa». La chiesa gesuita di S. Nicolò al Corso a Messina, in S. Nicola nel Valdemone tra memoria e devozione. Atti del Convegno... 2010, a cura di C. Micalizzi - D. Macris, Messina 2011, pp. 123-141; G. Chillè, Artisti ed opere d’arte nelle pagine della Messana Illustrata di P. S., in In nobili civitate Messanae. Contributi alla storia dell’editoria e della circolazione del libro antico in Sicilia. Seminario di studi..., Montalbano Elicona... 2011, a cura di G. Lipari, Messina 2013, pp. 349-385; G. Lipari, S., P., in Una strada un nome. Dizionario toponomastico della città di Messina, a cura di G. Molonia, Messina 2013, pp. 363 s.; Id., La vicenda editoriale della Messana illustrata, in P. Samperi, Messina illustrata in dodici libri, trad. e note di F. Irrera - G. Puzzello, saggi introduttivi di G. Lipari - G. Pavone, I, Messina 2017, pp. V-IX.