Vedi PIXUNTE dell'anno: 1965 - 1996
ΡIXUΝΤE (ν. vol. VI, p. 222)
Gli scavi archeologici hanno confermato l'ipotesi, a più riprese avanzata, che l'abitato sia da identificare Con l'attuale Policastro Bussentino, situato al centro del golfo di Policastro, sulla sinistra del fiume Bussento.
La cinta medievale di Policastro insiste, in effetti, su una struttura muraria più antica in opera pseudo-poligonale, conservata in parecchi punti. Al di sotto di essa scavi recenti hanno identificato una fase più antica con zoccolo in blocchetti di calcare ed elevato in mattoni crudi, databile alla prima metà del V sec. a.C., mentre il muro in opera pseudo-poligonale viene datato alla fine del IV e agli inizî del III sec. a.C. Questa cinta muraria di P. seguiva lo stesso circuito di quella medievale di Policastro, centro che, in epoca bizantina, sorse sul sito dell'antica colonia greca.
Quanto alla fondazione di P., l'indagine archeologica sembra indicare che essa sia avvenuta pure nella prima metà del V sec. a.C., evidentemente in concomitanza con la prima fase della costruzione delle mura, il che conferma perfettamente le notizie degli storici antichi (Strab., VI, 253; Diod. Sic., XI, 59,4), che la dicono fondata da Micito mentre era tiranno di Reggio e Zancle (476-470 a.C.). Non si sono invece trovate tracce di un centro indigeno più antico, la cui esistenza veniva postulata esclusivamente sulla base dell'attribuzione a P. delle monete incuse con doppia leggenda ςιρινος-πυξοες, con il tipo del toro di Sibari e tagliate secondo il piede ponderale sibaritico, databili nella seconda metà del VI sec. a.C. Un'ipotesi recente, peraltro, suggerisce la possibilità che queste non vadano attribuite a P. bensì a Pyxis, centro indigeno della mesògeia enotria citato da Stefano Bizantino (Steph. Byz., s.v. Pyxis) sulla scorta di Ecateo di Mileto e per il quale è stata proposta (T. Dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948, pp. 155-157) l'identificazione con una delle venticinque città indigene sottomesse a Sibari; quanto all'altro centro emittente, se n'è autorevolmente rivendicata l'identificazione con Siris (Guarducci, 1963) piuttosto che con un fantomatico centro enotrio di Sirino, come pure era stato proposto dalla Zancani Montuoro.
Della colonia maritima di Buxentum, dedottavi dai Romani nel 194 a.C., e ulteriormente rinforzata nel 186 a.C. è stato messo in luce un tratto di strada urbana basolata, identificata con il decumanus maximus, ed è stata epigraficamente dimostrata l'esistenza di un macellum e del foro; quest'ultimo è forse identificabile con la piazzetta antistante il duomo di Policastro, forse a sua volta edificato sopra un tempio romano.
D'altro canto, l'assoluta assenza di documentazione archeologica posteriore alla fine del I sec. d.C. sembra indicare che la città sia stata parzialmente, se non del tutto, abbandonata a partire da questo momento e fino alla fondazione della bizantina Palaiokastron. Scavi condotti nella fortezza bizantina, poi incorporata nel quattrocentesco castello che domina l'«acropoli», permettono di datare l'insediamento bizantino nel VI sec. d.C., epoca alla quale risalgono anche le più antiche notizie sulla fondazione della sede vescovile di Policastro.
Bibl.: In generale: E. Kirsten, Süditalienkunde, Heidelberg 1975, in part, pp. 447-449; L. Richardson, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 746, s.v.; V. Bracco, Campania, Roma 1981, pp. 115-117; P. G. Guzzo, Le città scomparse della Magna Grecia, Roma 1982, p. 229. - Foro: V. Bracco, Il foro di Buxentum, in L. Gasperini (ed.), Scritti sul mondo antico in onore di F. Grosso, Roma 1981, pp. 77-84. - Macellum: V. Bracco, Il macellum di Bussento, in Epigraphica, XLV, 1983, pp. 109-115. - Incusi con la leggenda σιρινοσ-πυξοεσ: M. Guarducci, Siri e Pixunte, in ArchCl, XV, 1963, pp. 239-245; I. Cazzaniga, Osservazioni storico-linguistiche intorno allo statere d'argento incuso di Siri e Pixunte, in RivItNum, XVIII, 1970, pp. 9-17; Ν. F. Parise, Struttura e funzione delle monetazioni arcaiche di Magna Grecia, in Economia e società della Magna Grecia. Atti del XII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1972, Napoli 1973, pp. 102-104; G. Libero Mangieri, Sibari, Sirino e Pissunte, in RivItNum, LXXXIII, 1981, p. 3-26; G. Greco, L'evidenza archeologica nel Lagonegrese, Matera 1982, pp. 19-21; H. R. Sternberg, Die Silberprägung von Siris und Pyxus, in Siris e l'influenza ionica in Occidente. Atti del XX Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1980, Taranto 1987, pp. 123-140. - Per indagini più recenti: C. Bencivenga Trillmich, Pyxous-Buxentum, in MEFRA, C, 1988, pp. 701-729 (con bibl. prec.); W. Johannowsky, Appunti su Pyxous-Buxentum, in AttiMGrecia, I, 1992, pp. 173-183.