VULCI, Pittore di
Ceramografo corinzio, che ha dipinto due grandi alàbastra, uno proveniente da Vulci ed ora a Filadelfia (Ms 553) a cui deve il nome, e uno a Tarquinia.
Il Payne ha riconosciuto per primo che i due alàbastra appartengono ad una stessa mano e che il pittore è vicino al Pittore delle òlpai di Firenze (v.); incerti rimangono invece alcuni altri vasi che il Payne e il Benson hanno avvicinato allo stile del pittore. L'alàbastron di Filadelfia ha nella zona superiore un gorgonèion a linea di contorno: gli elementi di stile datano il vaso al 620-590 a. C. (Corinzio Arcaico). Alla stessa età si deve datare l'alàbastron di Tarquinia. I motivi decorativi usati dal pittore derivano dal repertorio orientalizzante; il suo stile continua negli animali del Pittore delle Squame; la tecnica è quella a figure nere. Solo nel gorgonèion il pittore adopra la linea di contorno, perché è la tecnica usuale per i gorgonèia.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 286, nn. 457 e 458; 298, n. 730; J. L. Benson, Geschichte d. korinthischen Vasen, Basilea 1953, p. 35, n. 49.
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