TIMOKRATES, Pittore di
Ceramografo attico, operante circa il 460-450 a. C.
Gli vengono assegnate alcune lèkythoi a fondo bianco, tre solamente di numero, ma tali che contano tra le più nobili e alte creazioni del genere. Neppure l'ombra di una suggestione patetica nelle sue figure, solo una schietta monumentalità e un segno vigoroso e incisivo. Nelle sue scene familiari si hanno in genere due figure affrontate: l'effetto è unicamente nella contrapposizione delle masse quasi sempre accentate da larghi campi di colore nero nelle vesti e nei mantelli. Oltre al raro nome di Timokrates- che è ripetuto solo due altre volte- nelle sue lèkythoi, compaiono i nomi più noti di Alkimachos e di Akestorides. Il ravvicinamento al Pittore di Pistoxenos proposto da H. Diepolder e da J. D. Beazley sta principalmente a indicare certa qualità di terso equilibrio classico del nostro artista.
Bibl.: H. Diepolder, Der Penthesilea- Maler, Lipsia 1936, p. 23, nota 67; H. Greifenhagen, C.V.A., Bonn, p. 49; J. D. Beazley, Red-fig., p. 578.