THANATOS, Pittore di
Ceramografo attico operante intorno alla metà del V sec. a. C. Il nome viene da una famosa e assai restaurata lèkythos del British Museum con una figurazione di Hypnos e Thanatos, melanconici angeli barbuti, che trasportano il corpo di un guerriero caduto, alla maniera consueta per Sarpedonte.
Il Pittore di Th. si modella ai suoi inizî sul Pittore di Achille, artista peraltro di altra classe e di temperamento più duttile, in cui la produzione di una superba serie di lèkythoi a fondo bianco non rappresenta che un aspetto della personalità. Il Pittore di Th. invece rimane ancorato per tutta la sua carriera a questo genere: di lui non si conoscono che lèkythoi funerarie in cui evoca il mondo quieto e misterioso dei congedi, del traghetto del fiume con il selvaggio barcaiuolo Caronte, del silenzioso dolore e della affettuosa assistenza alla tomba. E in questo campo egli certo sa dire delle altissime parole di poesia, classificandosi tra i più dotati e i più sensitivi tra gli artisti che ci è dato ricostruire. Si tratta di un artista coscienzioso e applicato, dal quale gli effetti vengono raggiunti grazie a un segno incisivo e sostenuto e all'intensità emotiva suggerita con tanta eloquente ritenutezza. Mentre i suoi panneggi forse anche per effetto delle alterazioni di colore ci appaiono vacui e non costruttivi, i corpi risultano solidamente costruiti alla maniera del Pittore Bosanquet. Un'altissima spiritualità è nelle teste, specie in quelle maschili barbate che suggeriscono con tanta umanità e dolcezza i misteriosi, taciti colloqui tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Bibl.: E. Buschor, in Münch. Jahrbuch, N. S., II, 1925, p. 180; G. M. A. Richter, Attic Red-fig. Vases, New Haven 1945, p. 121 ss.; J. D. Beazley, Red-fig., p. 807 ss.