TARQUINIA, Pittore di
Ceramografo greco che deriva il nome da una coppa di Tarquinia (RC 1121) con efebi.
Appartiene all'ambiente artistico del Pittore di Pistoxenos, e, tramite questi, si riallaccia al Pittore di Pentesilea: è quindi attivo nel secondo venticinquennio del V sec. a. C. La forma da lui preferita è la coppa; lo smercio dei suoi prodotti è localizzato in Italia con prevalenza in Etruria. I soggetti sono quasi esclusivamente efebi o atleti. Un frammento di una sua coppa in un incauto restauro è stato inserito in una coppa di Douris (Louvre G 123). Nel suo disegno si nota il tratto molto deciso e netto, ma talvolta egli, nel descrivere le sue figure, accentua l'evidenza di ogni membro, tanto da attenuare l'unità della figura che finisce per risultare quasi di elementi giustapposti, come per esempio la coppa di Spina nel museo di Ferrara (S. Aurigemma, Spina, p. 79). Tra le altre coppe è da ricordare quella del Louvre G 264, nella quale è una scena non ben spiegata, che sembra connessa con il mito di Achille a Sciro. È anche attribuito a lui un rhytòn a forma di sfinge con Eos e Tithonos, nel British Museum (E 787). Molti frammenti a lui attribuiti provengono dalla Collezione Campana e sono pertanto divisi tra i musei di Firenze e di Villa Giulia.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., p. 569.