POTHOS, Pittore di
Ceramografo attico operante circa gli ultimi anni del V sec. a. C.
Gli vengono assegnati da J. D. Beazley 23 crateri a campana che lo stesso autore considera collegati con le opere minori del Pittore di Kadmos. Quasi tutte le figurazioni del Pittore di P. hanno come argomento, o per lo meno come richiamo, il mondo dionisiaco, nei cui limiti possono entrare anche Apollo e Marsia. Le sue figure peraltro appaiono spesso stanche e poco vitali, le scene pesantemente costruite. Pothos viene chiamato dall'iscrizione apposta un piccolo Eros volante che soffia nel doppio flauto in un cratere un tempo Hope, ora a Providence: e la suggestione che l'acuto, torturante zufolare sia alla base del delirio orgiastico della menade figurata lì accanto costituisce una delle rare scintille d'interesse del pittore.
Bibl.: B. Tillyard, The Hope Vases, Cambridge 1923, p. 84; J. D. Beazley, Vasenm. Rotfig., p. 453; id., Red-fig., p. 801.