MICALI, Pittore di
È il più numeroso gruppo di vasi etruschi a figure nere che prende il nome da Giuseppe Micali, che per primo ne pubblicò alcuni. Il Beazley li ha divisi in tre gruppi rispettivamente del Pittore di M., della Scuola del Pittore di M. e della Scuola del Pittore di M. con pezzi a sola decorazione floreale.
Il Dohrn, invece, ha diviso questo msieme di vasi in 6 sottogruppi, rispettivamente appartenenti: 1) al Pittore della Palestra, che corrisponde in linea generale al Pittore di M. giovane del Beazley; 2) alla Scuola del Pittore della Palestra; 3) al Pittore delle Sirene, che corrisponde in linea generale al Pittore di M. maturo del Beazley; 4) alla Scuola del Pittore delle Sirene; 5) al Pittore di Perseo, che corrisponde in linea generale alla Scuola del Pittore di M. del Beazley; 6) alla Scuola del Pittore di Perseo.
Sembra più giusto però seguire la classificazione del Beazley, in quanto questi vasi sono piuttosto opera di artigianato che di arte e sono così vicini tipologicamente che è praticamente impossibile fare distinzioni troppo sottili. Del resto la concezione del Beazley non esclude quella del Dohrn, anzi si può dire vi sia implicita, perché il Dohrn continuamente sottolinea gli stretti legami che uniscono il Pittore della Palestra ed il Pittore di Perseo con quello delle Sirene.
I vasi, nella cottura e nella vernice, rivelano la consueta imperfezione tecnica già notata in altri gruppi etruschi come il Gruppo delle Foglie d'Edera, ecc. La forma dei vasi è per lo più ad anfora di un tipo che deriva dal calcidese, ma non mancano esempî d'ibridismo, come l'anfora 867 di Monaco che è qualcosa di mezzo tra l'anfora panciuta e quella a collo distinto. Anche per le idrie si nota una ricerca e un esperimento fatto in base a prototipi greci. Non mancano stàmnoi, brocche, bicchieri col piede di tipo prettamente etrusco, tazze a due manici di tipo attico e persino un cratere a colonnette. Pochi sono i soggetti mitologici; abbondano invece scene di puro valore decorativo, dove dominano figure di animali specialmente fiabeschi come le sirene, le sfingi, i cavalli alati e gli uccelli così cari al repertorio etrusco: si può dire, senza paura di sbagliare, che i singoli motivi del Pittore di M. vengano ripresi dalle idrie ceretane, anche se sentite in modo affatto diverso. Tipico nel pittore il modo di trattare le ali, con la distinzione tra piume e penne, le ultime rese con un sistema di linee longitudinali che si incrociano, le prime con piccole curve e uncini. Il graffito, che è eseguito dopo la pittura, e dovrebbe avere lo scopo di correggere lo schizzo precedente, non è mai strutturale, ma rapido, ad effetto puramente decorativo. Certo tra un gruppo e l'altro dei vasi c'è differenza nell'uso del graffito, per esempio il Pittore della Palestra, cioè il Pittore di M. giovane, adopra molto più graffito ed è assai più accurato che il Pittore delle Sirene, cioè del Pittore di M. maturo. L'anatomia è estremamente sommaria, l'occhio inciso è identico nelle figure maschili ed in quelle femminili, il braccio è corto e l'avambraccio è curvo all'ingiù, le dita sono spesso scostate e le mani grandi ed allungate piegate in modo affettato, manieristico. Il contorno modella assai nettamente le forme del corpo, spesso assai pronunciato. Tipica è anche la capigliatura, divisa in una frangia di riccioli sulla fronte ed in una lunga coda svolazzante o meno a linee ondulate parallele. Caratteristico è anche il profilo delle teste, per lo più di forma ovoide con fronte appena accennata, linea del naso e della parte inferiore del viso sfuggente. I corpi sono sottili, longilinei, spesso angolosi, le figure hanno per lo più proporzioni sbagliate, avendo gambe, avambracci troppo lunghi e cosce e braccia troppo corte. Come datazione, oltre ai confronti stilistici, abbiamo un dato di scavo, in quanto l'anfora con Troilo di Villa Giulia proveniente da Narce, è stata trovata in una tomba insieme a vasi attici databili tra il 510 ed il 505. Ora se noi consideriamo le opere del Pittore della Palestra come le prime di questa scuola dobbiamo considerare come termini post quem le idrie ceretane, anzi abbasseremo di una diecina di anni la data proposta dal Dohrn del 525, in quanto il tipo di pieghe è assai più elaborato e si ritrova in Grecia in vasi a figure rosse del tipo di quelli di Euthymides, Smikros. Gli ultimi vasi del Pittore di M. mostrano un chiaro rapporto con le opere tarde, già quasi a un colore del Pittore di Titios e un nuovo tipo di cavalli snelli e lunghi quali si ritrovano in monete di Siracusa tra il 510-485, per cui si può far discendere oltre la fine del secolo l'attività della scuola del nostro pittore.
Bibl.: T. Dohrn, Die schwarzfigurigen Etruskischen Vasen, pp. 89, 128; 151, 157; J. D. Beazley, Etruscan Vase-Painting, Oxford 1947, pp. 12-15; Sieveking-Hackl, Die königliche Vasensammlung, Monaco 1912; J. G. Szilagyi, Due vasi dalla fabbrica del pittore di Micali, in Antiquitas Hungarica, III, 1940, pp. 38-48.