MARATONA, Pittore di
Ceramografo attico, della tecnica a figure nere, che prende il nome dalle più curate, o se si vuole dalle meno spiacevoli delle numerose lèkythoi rinvenute sopra lo strato delle ceneri dei caduti nel tumulo di Maratona. Il riferimento cronologico è per noi di importanza capitale in quanto la presenza di almeno sette lèkythoi dovute alla mano del nostro pittore - per altre troppo povere non vi è possibilità di giudizio sicuro - fa ritenere che questi piccoli vasi funerarî siano stati acquistati in blocco in occasione delle solenni onoranze funebri ai caduti, e di conseguenza sostanzialmente contemporanee alla data del tumulo e della battaglia (490 a. C.).
Il Pittore di M. è unicamente pittore di lèkythoi a figure nere di un tipo corrente e trascurato, prossimo all'altrettanto povero e anche più prolifico Pittore di Haimon. C. H. E. Haspels suddivide la sua opera, che può esser fissata entro i primi due decenni del V sec., in tre sezioni, e questo principalmente in base a criteri di struttura e di sistemi di decorazione. J. D. Beazley accettando con aggiunte la sistemazione della Haspels preferisce distaccare dalle opere sicure del pittore il terzo gruppo che include nella vastissima "classe di Atene 581".
Le lèkythoi del Pittore di M. si presentano abbondantemente decorate di bordi a scacchiera e palmette di vario tipo. Il suo repertorio figurativo mostra una decisa predilezione per carri e cavalli con divinità e per corteggi dionisiaci: non mancano peraltro scene mitiche, quali il ratto del tripode o i cavalli di Diomede, ma sempre trattate con la meccanica rilassatezza di ripetizioni svuotate di senso. C. H. E. Haspels osserva più volte che le sue pitture non sono che mera decorazione superficiale del vaso. Peraltro nel panorama piuttosto squallido delle tarde lèkythoi a figure nere il Pittore di M. si distingue per il frequente impiego di tocchi di colore e persino per il carattere coloristico del graffito che non si preoccupa di sottolineare le forme e indicare la struttura interna, quanto di creare zone e campi a fitti tratteggi o a puntini come a variare il nero unito della vernice.
Bibl.: C. H. E. Haspels, Black-figured Lekythoi, Parigi 1936, pp. 89, 221 ss.; J. D. Beazley, Black-fig., p. 487.