LENINGRADO, Pittore di
Ceramografo attico operante entro il secondo venticinquennio del V sec. a. C.
È una delle personalità più rappresentative e più centrali del gruppo dei "manieristi", pittori che operano nella tradizione di Myson e del Pittore di Pan. Conformemente alle tradizioni del gruppo il pittore sembra prediligere la forma del cratere a colonnette, dove ripete con una certa monotonia e pesantezza anonime scene di kòmos e di banchetti. Scarse nella sua produzione le figurazioni di carattere mitologico, tra cui spicca per certa incisiva vitalità quella di Fineo e le Arpie nel cratere a colonnette G 364 del Louvre. La facilità, l'esuberanza e certa meccanica, impulsiva copiosità del pittore non riescono a dissimularne la povertà del temperamento. Espressioni più contenute e felici s'incontrano in un gruppo di kalpìdes dove le minute figurine in movimento vivace e la maggiore varietà del racconto introducono un interesse più sostenuto nelle figurazioni. Così le due kalpìdes di Londra con centauromachia e con amazzonomachia (E 167, E 169) e quella che viene considerata il suo capolavoro con figurazione di un gruppo di ceramisti e ceramografi onorati da Atena un tempo nella Collezione De Luca-Resta. L'opera del Pittore di L. si continua in quella del Pittore di Agrigento.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 245; J. D. Beazley, Vas. Pol., p. 40; J. D. Beazley, Red-fig., p. 373 ss.
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