KOMARIS, Pittore di
Ceramografo attico, della tecnica a figure rosse, operante entro il terzo venticinquennio del V sec. a. C. Da J. D. Beazley è ricollegato al Gruppo di Polygnotos e gli sono assegnati sei vasi, tutti crateri a campana, decorati con scene mitiche e d'ogni giorno, tracciate con notevole rapidità e freschezza. Si tratta peraltro di un artista secondario, che recentemente anzi si è proposto di considerare, al pari del Pittore di Pisticci, come una di quelle figure di transizione che iniziano la produzione ceramica in Italia meridionale. Il nome di Komaris è apposto a indicare su un vaso di Napoli un pescatore che accosta la sua barca al lido dove è seduta una ninfa. Anche per elementi formali il vaso offre notevoli paralleli al vaso di Phaon traghettatore di Afrodite in Bologna e mostra indubbiamente un inatteso interesse per storie rare e una certa inventiva nel nostro pittore. Ugualmente notevole per il racconto piano ed evidente così come per sostanziale chiarezza formale, il cratere 526 di Oxford che rappresenta operai di una fabbrica di vasi al lavoro.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 415; id., Red-fig., p. 717; L. Forti, in Rendic. Acc. Napol., 1952, p. 201.