GERAS, Pittore di
Ceramografo attico, attivo entro i primi decenni del V sec. a. C. Dipinge vasi di media grandezza, principalmente anfore nolane, con figurazioni di moderato sviluppo, per lo più limitate a due figure. Due volte riprende il mito della morte di Atteone, come se il suo temperamento si sentisse particolarmente ispirato dalla contrapposizione tra l'irrigidita figura della dea punitrice e la tormentata angolarità del corpo straziato dell'eroe. In realtà l'amore per la violenza, l'urto di passioni, forse anche una certa crudeltà sono tratti dominanti di questo aspro pittore. Un altro esempio significativo è la crudezza realistica con cui rende la figura di Geras (v.) - da cui il nome è stato tratto - nell'anfora nolana G 234 del Louvre, contorta e deforme e come contaminata da una degradazione morale oltre che fisica. Normalmente quando si dipartono da questa incisività diretta e scabra le opere del Pittore di G. scadono di qualità e diventano poco significative. L'unico tocco di delicata poesia, in particolare se avvicinata alla dura, inesorabile Artemide, è rappresentata dalla figura di Atena nel cratere a colonnette 415 del Cabinet des Médailles, esile creatura del tutto isolata nel mondo di immagini esasperate e ferrigne evocate dal pittore.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 109; id., Red-fig., p. 174; G. M. A. Richter, Attic Red-fig. Vases: a Survey (2a ed.), New Haven 1958, p. 72.
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