FINEO, Pittore di
È l'ultimo in ordine di tempo dei pittori di vasi calcidesi, dovendosi fissare la sua attività entro i decennî 540-520 a. C. D'altra parte questa produzione ceramica viene a cessare bruscamente così come si è iniziata, senza un periodo di decadenza o di esaurimento e il Pittore di F. che viene a conchiuderla è da considerare una delle personalità più notevoli del gruppo, per alcuni, come per J. D. Beazley, addirittura secondo solo al Pittore delle Anfore Iscritte.
La connessione delle coppe ad occhioni, affini alla coppa di Fineo in Würzburg con la serie dei vasi calcidesi, intuita già da Fr. Studniczka, venne poi soddisfacentemente fissata ad opera di A. Rumpf (Athen. Mitt., xlvi, 1921, 161). Più tardi lo stesso studioso nella sua fondamentale monografia Chalkidische Vasen assegna un blocco di circa ottanta vasi - alcuni assai frammentari - al gruppo di Fineo, in cui riconosce la personalità di un solo artista, il Pittore di Fineo. A parte alcune riserve su quest'ultima deduzione, l'identità vale a dire tra gruppo e unica personalità artistica, il gruppo è rimasto compatto e sostanzialmente invariato. Le non molte piccole anfore che sono venute ad aggiungersi e la coppa a occhioni con testa di Atena della Collezione Torlonia non portano infatti aspetti nuovi alla personalità del pittore. L'opera di questo artista risulta costituita di due parti distinte e quasi equivalenti come numero e come importanza: le coppe a occhioni e un gruppo di vasi di dimensioni maggiori, neck-amphorae, oinochòai e skỳphoi. Ugualmente l'importanza delle figurazioni viene ad essere ben bilanciata, perché se le coppe, ad eccezione dell'elaboratissima, eccezionale coppa di Fineo, non presentano che decorazioni pittoriche estremamente concise, una piccola testa di Atena o una figura isolata tra gli occhioni regolamentari, anche nelle anfore e oinochòai predominano schemi assai semplificati, gruppi di animali, sfingi e sirene opposte o in sequenza. Del tutto assente è nel Pittore di F. l'ampio ed elevato tono epico che domina nelle opere più significative dei maestri calcidesi che lo hanno preceduto. In cambio il Pittore di F. appare disegnatore lieve ed elegante nelle sue figure fissate in calmi schemi di conversazione, privi di qualsiasi tensione drammatica o di qualsiasi interesse narrativo. La coppa a occhioni nella sua raffinata semplicità di schema rappresenta di per sè un tema di equilibrio strutturale con assai limitate possibilità per le pitture. A. Rumpf ritiene che nessuna delle coppe sia più antica che le contemporanee coppe a occhioni attiche. E quindi da ritenere che questa forma sia legata a precedenti attici di cui l'invenzione è anzi stata assegnata ad Exechias.
Nel ristretto mondo figurativo del Pittore di F. è notevole l'importanza degli animali resi con particolare impegno e con considerevole freschezza, in specie i leoni. Le sfingi e sirene poi, chiaramente dipendenti da modelli clazomeni, rappresentano forse l'elemento più decisamente ionico in tutta la produzione ceramica calcidese.
Bibl.: A. Rumpf, in Ath. Mitt., XLVI, 1921, p. 161 ss.; id., Chalkidische Vasen, Lipsia 1927, p. 102 ss.; J. D. Beazley, in Gnomon, IV, 1928, p. 33 ss.; H. G. Payne, in Journ. Hell. Stud., XLVIII, 1928, p. 121; G. Corbett, in British Museum Quarterly, XVII, 1952, p. 13 ss.