EUPHILETOS, Pittore di
Ceramografo attico, la cui attività può venir racchiusa entro i decenni 530-510 a. C. L'acclamazione Euphìletos kalòs che ricorre in alcune sue opere sembra non possa avere alcuna relazione con il tanto più antico e raffinato pìnax di Eleusi in cui probabilmente l'iscrizione indica un pittore di questo nome.
Il Pittore di E. è stato invece riconosciuto partendo da un gruppo ben differenziato di anfore panatenaiche ad opera di G. v. Brauchitsch e poi di F. Peters che ha assegnato al maestro una serie assai nutrita di anfore, hydrìai e in più due pìnakes dell'Acropoli, in uno dei quali ritorna il nome Euphiletos. L'elenco di J. D. Beazley si accorda sostanzialmente al precedente e assegna al pittore più di 40 opere, grandi vasi di qualità assai ineguali. Infatti se da un lato il gruppo delle anfore panatenaiche e dei pìnakes rappresenta un nucleo singolarmente omogeneo, specialmente per effetto di una compatta e ben caratteristica figura di Atena Pròmachos, sorprendenti differenze di livello esistono tra le scolorite e meccaniche neck-amphorae e le raffinatissime due hydrìai firmate dal vasaio Pamphaios (British Museum B 300 e Cabinet des Médailles 254), che rappresentano invece per il graffito sottile e minuto con effetti coloristici due delle espressioni supreme dell'ultimo stile a figure nere. Queste singolari disuguaglianze possono almeno in parte esser spiegate con il fatto che le due hydrìai debbono evidentemente rappresentare delle produzioni fuori dell'ordinario la cui importanza è convalidata dalla firma di un vasaio famoso. Inoltre il Pittore di E. si mostra particolarmente sensibile al carattere del vaso da decorare. Come ha notato J. D. Beazley, il Pittore di E. è il primo artista che ci appaia "specializzato" per le anfore panatenaiche: se ne potrà dedurre che, per la sua particolare sensibilità a intendere quelle sottili variazioni di importanza e di intonazione che determinano in maniera assai precisa e spesso rigidamente gerarchica la decorazione dei vasi attici, egli abbia piegato il suo stile in maniera sorprendente ad adeguarlo al carattere dei vasi decorati.
Bibl.: G. v. Brauchitsch, Die panathenäischen Preisamphoren, Lipsia 1910; J. D. Beazley, in Journ. Hell. Stud., LIV, 1934, p. 91; K. Peters, Studien zu d. Panathenäischen Preisamphoren, Berlino 1942; J. D. Bezley, in Am. Journ. Arch., XLVII, 1943, p. 442; id., Some Attic Vases in the Cyprus Museum, Londra 1947, p. 33; id., Development, pp. 89-91; id., Black-fig., 1956, p. 321 ss.