ERETRIA, Pittore di
Ceramografo attico che deriva il nome da un epinetron di Atene, proveniente da Eretria, con il mito di Alcesti. Alla sua mano, già riconosciuta dal Furtwängler, furono attribuiti anche i vasi che in un primo tempo erano stati dati al cosiddetto Pittore di Lemno. Uno dei suoi vasi è firmato dal ceramista Epigenes e in un altro si legge l'acclamazione a Kallias. La sua attività va riportata al principio della seconda metà del V sec. a. C. Le sue opere ebbero una larghissima diffusione e furono rinvenute non solo in Grecia, molto numerose, ma nella Russia meridionale e in Italia, sia in Etruria che nel meridione. Dipinse molto su coppe, ma i suoi migliori prodotti sono altri tipi di piccoli vasi. I soggetti preferiti sono in prevalenza di carattere mitologico.
Fu un finissimo disegnatore, garbato ed elegante, temperamento di miniatore, per cui egli risulta più efficace nei piccoli vasi che nei grandi. Di notevole qualità è la sua Zlèkythos a fondo bianco con figure policrome del museo di New York (31.11.13), proveniente da Atene, con la scena della veglia funebre al cadavere di Patroclo ripartita su tre registri. Fu soprattutto intento alla descrizione dei panneggi fluenti, ricchi di pieghe, che si plasmano morbidamente sulla persona: ciò gli permise di mettere in evidenza il suo virtuosismo disegnativo, come, ad esempio, nel citato vaso di Eretria. Alcuni suoi prodotti furono rinvenuti nella necropoli di Spina, ma non sono fra le sue migliori opere, come ad esempio il cratere di Berlino (2471) con Dioniso e thìasos.
Dal Pittore di E. deriva direttamente Meidias (v.).
Bibl.: Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmal., I, p. 290; J. D. Beazley, Red-fig., p. 724 ss.; G. M. A. Richter, Attic Red-Figured Vases, New Haven 1945, p. 133 ss. Per il Pittore di Lemno, cfr. J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., pp. 428-429.