DIOGENES, Pittore di
Ceramografo attico, la cui attività si può situare entro i primi due decennî del V sec. a. C. Il giovinetto D., che gli ha dato il nome, appare anche in acclamazioni su vasi di Douris, dei Pittori di Syriskos, di Antiphon e della Fonderia. J. D. Beazley situa il Pittore di D. tra il Pittore Gallatin e il Pittore di Syleus: si può dire anche che il giudizio assai favorevole da lui enunciato su questa personalità di artista (cfr. Red-fig. in Am. Mus., p. 52), sembra essersi, col tempo, attenuato. In realtà al Pittore di D. vengono attribuiti solo sette vasi e la sua figura risulta piuttosto evanescente. Le sue opere posseggono tuttavia una loro fragile grazia che compensa il difetto di qualità più solide. Creature come le delicatissime donne piangenti della louthrophòros di Amsterdam possono dirsi buoni esempî del suo mondo figurativo di un lirismo un poco esangue. Le sue figure tenui e allungate, la tenera musicalità del segno, il senso di misura e la conoscenza delle proprie limitazioni, lasciano intravvedere una personalità di artista di scarsa vitalità, ma attraente nel suo modesto registro. Abbastanza tipico, nel suo patetico lirismo, ci appare il gigante avversario di Posidone nella nota anfora del Vaticano: per una volta non è la gonfia tracotanza o la potenza fisica o la sovrumana bellezza (si veda la gigantomachia nella coppa E 47 del Pittore di Panaitios) contro cui gli dèi si trovano a lottare. Il nemico contro cui Posidone avventa l'isola di Nisiro appare come un fragile adolescente il cui tenue corpo afflosciato si abbatte come un virgulto dinanzi alla veemenza del dio.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig. in American Mus., p. 52; id., Vasenm. rot-fig., p. 111; id., C. V. A., Oxford, I, p. 44; id., Red-fig., p. 163.