CREUSA, Pittore di
Ceramografo protoitaliota, appartenente al gruppo A ("protolucano"). Successore immediato dei Pittori di Pisticci e di Amykos (v.); assieme al Pittore di Dolone rappresenta l'anello che lega il gruppo di Amykos allo stile lucano vero e proprio del IV sec. a. C.
Il Pittore di C. incominciò a lavorare negli ultimi anni dell'attività del Pittore di Amykos, nella stessa officina e alla sua scuola. I vasi di questa fase iniziale, sia per la decorazione, sia per lo stile, sono assai simili a quelli della tarda produzione del Pittore di Amykos: nelle figure vi è tuttavia maggiore pesantezza: i corpi sono massicci, le mani grosse: i volti dal mento tondo sono grassi ed appesantiti. I panneggi hanno negligenti pieghe e lasciano vedere il disegno delle forme sottostanti. Caratteristici delle figure femminili del Pittore di C. sono i seni grossi e prominenti. Egli ha una certa simpatia per le figure in costume orientale. I suoi vasi raramente si elevano al di sopra di una produzione di secondo piano; anche i migliori hanno come pregio maggiore l'accuratezza ed una armoniosa semplicità compositiva.
Nella produzione più tarda, il Pittore di C. diventa meno accurato ed il suo disegno si fa più rozzo: i motivi che egli aveva spesso ripetuti sono in fine degenerati. Si sente che il maestro ha perso i contatti con la cultura del tempo.
Il vaso eponimo (Louvre C A 2193), con Creusa e Medea, è ora attribuito al Pittore di Dolone.
Bibl.: A. D. Trendall, Frühitaliotische Vasen, Lipsia 1938, p. 17; A. D. Trendall, Vasi antichi dipinti del Vaticano: Vasi italioti ed etruschi a figure rosse, Città del Vaticano 1953, p. 5.