CHICAGO, Pittore di
Ceramografo attico, attivo intorno e immediatamente dopo la metà del V sec. a. C. Come generazione e come indirizzo personale appartiene quindi alla classicità più consapevole e matura. Partendo da modi affini a quelli del Pittore di Villa Giulia, la sua sensibilità si afferma nella passione per la linea lunga e melodiosa alle cui esigenze sottomette a volte anche la solidità di struttura delle sue figure. Quello che nel Pittore di Villa Giulia, nei suoi contorni cristallini e impeccabili, suonava reticenza quasi agghiacciata, si scioglie nel Pittore di Ch. in musicalità tenera e cedevole. In un certo senso quindi lo squisito, imperturbato equilibrio della classicità viene ad essere ad ogni momento compromesso e come intaccato da questa troppo morbida sensibilità lineare. Il nome proviene da un cratere a calice del museo di Chicago con menadi sacrificanti: il temperamento lirico dell'artista si esprime in effetti con maggior compiutezza in un mondo di figure femminili, Muse, menadi o semplicemente creature mortali che suonano.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig. in Am. Mus., pp. 154-157; id., Vasenm. rotfig., pp. 353, 477; id., Greek Vases in Poland, p. 48; Red-fig., p. 407 ss.