CASTELGIORGIO, Pittore di
Ceramografo attico, operante circa il secondo e terzo decennio del V secolo. Il nome è dovuto alla coppa del museo di Firenze con provenienza da Castelgiorgio. Appartiene alla cerchia più ristretta del Pittore di Brygos; e in quel gruppo di brillanti artisti figura come una delle personalità più singolari e più vicine ai modi del maestro. Mentre d'altra parte nel Pittore della Dokimasia, nel Pittore di Briseide, nel Pittore della Fonderia s'intende un processo di semplificazione, di chiarimento dalle composizioni troppo serrate e agitate del Pittore di Brygos, nel Pittore di C. ritornano figurazioni ambiziose e complesse, congestionate di figure e di agitazione. Vi è in lui un'infantile esuberanza di gusto decorativo che lo porta ad un abuso di bordi neri, di puntolini, fregi di armi, riccioli calamistrati e masse tumultuose di piegoline nelle vesti agitate. Questo, alle volte, serve a dissimulare durezze e angolosità del segno - specie nella coppa di Palermo - e in definitiva spiega chiaramente la simpatia per i modi di Makron, particolarmente sensibile nella calda, pulsante sensualità delle pitture della coppa n. 300 dell'Acropoli, che è senz'altro da considerare la sua opera più elevata. J. D. Beazley gli assegna un piccolo gruppo di coppe tutte decorate da complesse e tumultuose scene mitologiche.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 184; id., Red-fig., p. 257.