AMPERSAND, Pittore di
Mediocre ceramografo corinzio, chiamato così dal proprietario di una pyxis da lui dipinta, ora a Chicago. Gli furono attribuite dal Payne e dall'Amyx tre altre pyxides ed una oinochòe. Di altri vasi stilisticamente vicini l'attribuzione è discussa. Appartiene al gruppo che, nella prima metà del VI sec. a. C., imitò il Pittore di Dodwell, ma ha anche alcuni punti di contatto con i pittori del cosiddetto "Stile delicato" (v. Corinzî, vasi). È assai vicino al Pittore di Geledakis, di cui può esser stato compagno o imitatore. Vicina al pittore, ma probabilmente non di sua mano, è l'anfora di Heidelberg n. 100.
La sua decorazione si ispira al fregio animale orientalizzante, ma gli animali, spesso piatti e duri, sono manierati e privi di vitalità. Per il Payne, il pittore appartiene al primo venticinquennio del VI sec. a. C.; per il Benson, all'inizio del secondo.
Bibl: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 306, n. 869; 307, n. 989 s.; 314, nn. 1076-1079 (l'attribuzione di questi ultimi quattro amphorìskoi del Louvre è respinta dall'Amyx e dal Benson); D. A. Amyx, Corinthian Vases in the Hearst Collection, in University of California Publ., Class. Archaeology, I, 9, 1943, p. 225; R. Hopper, Addenda to Necrocorinthia, in Annual Br. Sch. Athens, XLIV, 1949, p. 234, nn. 8 e 10 (il n. 10 è respinto dal Benson); J. L. Benson, Geschichte d. korinthischen Vasen, Basilea 1953, pp. 51, n. 84; 53, n. 85, ia; e id., A Corinthian Dipinto Vase, in Record of the Art Museum Princeton University, XVI, 1957, p. 6 ss.; D. A. Amyx, The Geledakis Painter, in Hesperia, XXV, 1956, p. 76. - Anfora Heidelberg n. 100: C. V. A., Heidelberg 1, tav. 14, 5-6.