SERPENTI, Pittore dei (Schlangenmaler; Snake Painter)
Ceramografo corinzio della seconda metà del VII sec. a. C. Deve il nome al serpente fra due sfingi opposte, sul fregio principale di due arỳballoi del Protocorinzio Tardo a Berlino (F 340) e a Delfi (n. 138).
Lo stesso motivo si ritrova anche su quattro dei cinque alàbastra che il Benson attribuisce alla tarda attività del pittore, mentre per il Payne e il Dunbabin sarebbero del Pittore della Sfinge. Il Benson dà inoltre al pittore due oinochòai (ad Atene e a Siracusa: questa è per il Dunbabin del Pittore di Achradina) e due alàbastra (Sidney, Mus. Nicholson, n. 51 .o5; Basilea, Collezione privata) i quali sono di uguale mano dei cinque alàbastra. Meno certo ma non impossibile è che siano di uguale mano dei due arỳballoi di Berlino e di Delfi. La fisionomia del pittore rimane incerta e, come aveva già veduto il Payne, la sua produzione è vicinissima a quella del Pittore della Sfinge. D. A. Amyx gli attribuisce due alàbastra, uno dallo Heraion di Argo (Atene, HN 14186) ed uno ora scomparso.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 31; 274, nn. 57, 58; 275, nn. 84-86, 88, 89; T. J. Dunbabin, An Attic Bowl, in Ann. Br. Sch. Athens, XLV, 1950, p. 193 ss.; id., Humphrey Payne's Drawings of Corinthian Vases, in Journ. Hell. St., LXXI, 1951, p. 67; J. L. Benson, Geschichte d. konthischen Vasen, Basilea 1953, p. 23, n. 25 (il suo n. 9, l'oinochòe di Siracusa, è attribuito a p. 37 al Pittore di Achradina come fa il Dunbabin); id., Some Notes on Corinthian Vase-Painters, in Am. Journ. Arch., LX, 1956, pp. 223; 225 s. e tav. 72, 24-25. Le attribuzioni dell'Amyx sono dovute a comunicazione privata. L'arỳballos, Delfi n. 138 è mal riprodotto in Fouilles de Delphes, V, p. 152, fig. 630-630 A; una buona riproduzione in P. De La Coste Messelière, Delphi, Parigi 1943, p. 21, fig. 12.