PORCI, Pittore dei (Pig Painter)
Ceramografo attico, operante entro il secondo e il terzo decennio del V sec. a. C. È uno dei così detti accademici, in un primo tempo almeno in diretto rapporto di dipendenza dal caposcuola di questo gruppo, Myson, e più tardi influenzato anche dal Pittore di Pan. Dipinge unicamente grandi vasi, per lo più crateri a colonnette: ma anche in questi sembra che eviti scene complesse e variate.
Nella sua opera figure divine e figurazioni mitiche sono in decisa minoranza in confronto alle scene di genere: e anche in queste il motivo quasi costante è rappresentato da uno schema di conversazione, due figure sapientemente bilanciate, per lo più un giovane e un ragazzo, fronte a fronte in una sorta di indolente, compassato distacco. Nelle prima opere in cui la dipendenza da Myson è più palese il disegno appare formalistico ed elaborato: crateri e pelìkai sono decorati da figure sottili e allungate con fioriti drappeggi che ricordano la grafia leggera del Pittore di Pan ai suoi inizî. Nelle hydrìai invece il campo della rappresentazione impone un altro tipo di scena e il pittore, forse in una fase più matura, adotta forme più libere e ricche di movimento. Alle eleganze esangui, al dialogare sospeso e misurato si sostituisce un'azione energica e spigliata, un gruppo di figure rapidamente definite, ma indubbiamente partecipanti di una notevole vitalità e tensione. E ugualmente al segno preciso e appuntito succede un fare sciatto e impreciso che lo riavvicina al Pittore di Leningrado. La pelìke di Cambridge con Odisseo ed Eumaios fra i porci, da cui gli è venuto il nome, rappresenta un momento felice nella sua produzione appunto per la piccante nota umana che ne tempera l'eleganza un poco rarefatta.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., p. 118 (See-Saw Painter); p. 370; id., Vasenm. Rot-fig., p. 239-241; id., in Papers Br. Sch. Rome, XI, 1929, p. 21.