CAVALLI, Pittore dei (Pferde-Maler)
Ceramografo attico, così chiamato dai cavalli dipinti sul corpo e sul coperchio del cratere a piede A 35 dei Musei di Berlino. Il Gebauer e l'Eilmann gli hanno attribuito anche il cratere frammentario di Monaco 6090 (1350) e i frammenti P 1717 (= Burr n. 147) e P 1726 (= Burr n. 157) del Museo dell'Agorà di Atene, ma l'attribuzione di P 1726 non convince. Il Lullies ha avvicinato anche un frammento con cavalli (P 16991) del Museo dell'Agorà.
I cavalli del cratere di Berlino formano il passaggio fra quelli di un coperchio del British Museum, a Londra, uno dei più recenti lavori attribuiti al Pittore di Analatos, e quelli più sicuri e robusti del cratere A 32 di Berlino, un lavoro giovanile del Pittore della Brocca degli Arieti. Cronologicamente sono vicinissimi a questi ultimi, come mostrano le teste e l'uso dell'incisione, ma il disegno più stentato dà loro un aspetto arcaico che non deve trarre in inganno: il cratere apparterrà al 675-665 a. C. Il frammento del Museo dell'Agorà P 16991 è più recente: la maggiore corporeità, l'uso più abbondante dell'incisione, le palmette e gli ornati nel cosiddetto stile "nero e bianco" del Protoattico medio, lo datano intorno al 670-660 a. C. Ancora più recente è il cratere di Monaco, che ha sulle due facce un leone che attacca un cerbiatto. Il cerbiatto, con le quattro zampe puntate in avanti e la testa alzata, ha uno schema insolito, ricco di effetto e indovinato; il leone dalle lunghe zampe e corpo magro e corto, è più stentato e rigido, forse perché la testa, alla quale i pittori protoattici danno potenza e felice risalto, è mancante.
L'attività del pittore coincide in gran parte con quella del Pittore della Brocca degli Arieti, ma il Pittore dei C. è forse più anziano ed è certamente inferiore per qualità e invenzione.
Bibl.: J. M. Cook, Protoattic Pottery, in Annual Brit. Sch. Athens, XXXV, 1934-35, pp. 186, 193; R. Eilmann-K. Gebauer, C. V. A., Berlin I, Monaco 1938, p. 6 e tav. 25 s.; R. Lullies, C. V. A., Munchen 3, Monaco 1952, p. 51 s. e tavv. 131, 2; 132; 133, 3. - Frammenti P. 1717 e P 1726: D. Burr, A Geometric House and a Protoattic Votive Deposit, in Hesperia, II, 1933, p. 578 s., figg. 39, 147; 41, 157. - Frammento P 16991: R. S. Young, Sepulturae intra urbem, in Hesperia, XX, 1951, p. 86, J, tav. 37 c.