PITONE (Πύϑων)
È il nome di due vasai, uno attico, l'altro italiota. P. attico era il padrone di un'officina di vasi a figure rosse di stile severo; il suo nome ricorre su quattro tazze, di cui una reca la firma di Epitteto, le altre tre quella di Duride, ambedue come pittori.
Figura più interessante è P. italiota, di cui ci è conservato, con la firma come pittore, un cratere a campana proveniente da Sant'Agata dei Goti ed ora nel British Museum. Il vaso, policromo, e appartenente alla seconda metà del sec. IV a. C., riproduce sul lato principale un mito assai raro, cioè la punizione di Alcmena, madre di Ercole. Su una pira, che è accesa da Amfitrione e da un servo, è Alcmena, che è uscita da un sarcofago e implora pietà; due ninfe versano dall'alto torrenti d'acqua per spegnere il fuoco divoratore e appaiono Zeus e l'Aurora. Nel lato secondario è Dioniso col tiaso. Per lo stile questo vaso si riallaccia alla produzione di Assteas, e l'opera di Assteas e di P. si è voluta fissare a Pesto. Ma le forme nel vaso di P. sono più grossolane e pesanti: tutto è basso e volgare e sembra desunto dalla vita comune.
Bibl.: P. Ducati, St. d. ceram. greca, Firenze 1923, p. 445 segg.; J.C. Hoppin, A handb. of Attic red-fig. Vases, II, Cambridge 1919, p. 404; id., A handb. of Greek black-fig. Vases. The south. Ital. Masters, Parigi 1924, p. 452 seg.; G. Patroni, La ceram. ant. nell'It. mer., in Mem. d. R. Acc. di Napoli, 1897, p. 65 segg.