PITINUM PISAURENSE (Πίτινον; etnico: Pitinates Pisaurenses)
Città dell'Umbria, compresa nell'air Gallicus, menzionata da Plinio (Nat. hist., III, 114), da Tolemeo (Geog., III, ι, 46) e ricordata in varie iscrizioni (CIL, XI, 6031, 6033, 6035, 6049, 6354); è ubicata nella media vallata del fiume Pisaurus, attuale Foglia. Iscritta alla tribù Oufentina, fu municipio e condivise una patrona con la vicina Pisaurum. Varie iscrizioni (CIL, XI, 6026-6049) ricordano i decuriones, la plebs urbana, i patroni municipi, oltre ad alcune divinità: Selvans, Saturnus, Iuppiter Optimus Maximus, Dii publici (?), Matronae Iunones.
Già l'umanista Lorenzo Astemio, bibliotecario del Duca di Urbino, aveva conoscenza diretta di numerosi resti dell'antico abitato e anche di alcune iscrizioni (p.es. CIL, XI, 6027). Il problema dell'identificazione del luogo su cui sorgeva P. P. è stato ancora oggetto di dibattito nei secoli successivi, fino all'Ottocento; esso è stato identificato da alcuni autori con Sassocorvaro (R. Fabretti e A. Olivieri), da altri con Macerata Feltria (F. Cluverio e V. M. Cimarelli) e infine definitivamente individuato nel pianoro della pieve medievale di San Cassiano in Pitino, presso Macerata Feltria (E. Bormann).
Ritrovamenti occasionali e recenti saggi di scavo hanno riportato alla luce alcuni materiali e resti di un «edificio con probabile destinazione termale», in un'area con acque minerali; da ultimo, un intervento effettuato nel 1990 a lato della pieve di San Cassiano ha messo in luce un tratto lastricato della via che attraversava, longitudinalmente e al centro, il «promontorio» su cui si è insediata Pitinum Pisaurense. La strada, larga c.a 4,20 m, è pavimentata con lastre di pietra locale e costituiva il decumanus maximus della città. Essa si estendeva su un pianoro di forma ellittica, ampio c.a 5 ha e difeso in gran parte dal greto scosceso dei torrenti Apsa e Cacciarvello.
Altri ritrovamenti erano stati già effettuati attraverso i secoli. Numerosi frammenti sono stati riutilizzati nella muratura della pieve di San Cassiano e anche nel quartiere medievale di Macerata Feltria; altri pezzi iscritti o con rilievi sono stati murati nell'Ottocento nell'ingresso di casa Antimi-Clari, nella stessa città. Molti antichi materiali sono andati perduti, oppure trasferiti in vicini centri, come nel caso di un gruppo di iscrizioni inserite nel 1756 nella collezione epigrafica allestita nelle soprallogge del Palazzo Ducale di Urbino.
La documentazione di recente rinvenuta permette di risalire alla fase di vita più antica dell'abitato, relativa allo stanziamento dell'Età del Ferro sul «promontorio» su cui poi nel III-II sec. a.C. è sorto l'abitato romano. I materiali recuperati nell'area attestano continuità di vita del centro fino al riconoscimento dello status di municipium nel I sec. a.C. e all'epoca imperiale; i reperti più tardi si riferiscono alla fase di abbandono del sito, in età tardoantica, quando tra V e VI sec. d.C. gli abitanti della città cercarono rifugio su un colle a c.a 1 km di distanza, dove in seguito fondarono il nuovo centro fortificato di Macerata Feltria. Nell'area della pieve medievale di San Cassiano è comunque rimasto sempre in vista un piccolo nucleo di abitato, oltre all'indicativo toponimo di Pitino. Due necropoli sono state individuate nelle vicinanze, ma i relativi corredi sono andati dispersi.
Nel locale Antiquarium sono conservati numerosi materiali rinvenuti nella zona, sia diverse classi di ceramica, sia oggetti di metallo, osso, vetro e monete. Una gran parte è stata recuperata nel territorio di P. P. ed è rappresentativa di fasi di popolamento di quest'area appenninica dal Neolitico-Eneolitico all'Età del Bronzo, del Ferro e a quella romana.
Bibl.: H. Nissen, Italische Landeskunde, II, Berlino 1883, p. 379; L. Banti, in RE, XX, 1950, cc. 1859-1862, s.v., n. 3; D. Diringer, G. A. Mansuelli, Foglio 108 (Mercato Saraceno), Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000, Firenze 1954, pp. 12-32; G. Susini, Pitinum Pisaurense, in Epigraphica, XVIII, 1956, pp. 3-49; L. Mercando, in AA.VV., Umbria, Marche (Guide Archeologiche Laterza, 4), Roma- Bari 1980, p. 202; G. Forni, Umbri antichi iscritti in tribù, in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, LXXIX, 1982, p. 46; M. Luni, G. Gori, Il Museo Archeologico di Urbino, I. Storia e presentazione delle collezioni Fabretti e Stoppant, Urbino 1986, pp. 24-39; W. Monacchi, Pitinum Pisaurense. Testimonianze di vita quotidiana, Macerata Feltria 1989; M. Luni, I municipi del territorio feretrano, in AA.VV., Frontino, Rimini 1990, pp. 35-38; W. Monacchi, Il Museo Civico di Macerata Feltria, Sant'Angelo in Vado 1994; M. Luni, Il territorio dei municipi di Sestinum e di Pitinum Pisaurense, in AA.VV., Il Montefeltro, I. Ambiente, storia e arte nelle alte valli del Foglia e del Conca, Villa Verucchio 1995, pp. 93-100; W. Monacchi, La carta archeologica, ibid., pp. 101-125.