PITIGLIANO (A. T., 24-25-26 bis)
Piccola città della Toscana meridionale nella provincia di Grosseto, posta su uno sperone lambito dal fiume Ente (bacino del Fiora) a 313 m. s. m. e a 5 km. dal confine toscano-laziale. Pitigliano, eletta a sede della signoria degli Orsini, ebbe rapido incremento e si ornò di cospicui edifici; ma passata nel 1608 a far parte del granducato, notevolmente decadde e solo negli ultimi decennî risorse in seguito allo sviluppo dato alla coltivazione dell'agro adiacente, coperto oggi da vigneti e oliveti. Sorsero così nuove costruzioni, che vanno continuamente trasformando l'antico nucleo cittadino, il quale nel 1931 accoglieva 4500 ab. Il comune di Pitigliano (vasto kmq. 102,24) che nel 1861 contava 4002 ab., al censimento del 1931 ne annoverava 5773. Sino dal 1844 fu trasferita a Pitigliano la sede vescovile di Sovana.
Monumenti. - Il castello degli Orsini, d'origine trecentesca, fu ingrandito nel sec. XV da Niccolò III Orsini e modificato nel secolo successivo da Niccolò IV. Nel cortile si notano un portale di travertino e un puteale quattrocenteschi. Nella cattedrale dedicata a S. Martino, restaurata nel sec. XVI e con facciata settecentesca, si trova una tavola di Guidoccio Cozzarelli (1494). Del 1506 è la facciata della chiesa di S. Maria. Rimangono avanzi della chiesa di S. Francesco, eretta nel sec. XIV e demolita nel XVI. L'acquedotto fu costruito nel 1545 da Gian Francesco Orsini. Nel museo civico si conservano oggetti di scavo e quadri di Francesco Zuccarelli, nativo di Pitigliano.
Storia. - Poco si sa dell'antico centro etrusco (Catetral) e della città romana sulle cui rovine sorse la città odierna. Le prime notizie sicure intorno a Pitigliano medievale non rimontano al di là della fine del sec. XI e riguardano più che altro la signoria aldobrandesca, di cui Pitigliano faceva parte. La contea maremmana andava dal Fiora al Monte Argentaro, ma quando Anastasia di Montfort, contessa di Nola e di Sovana, sposò Gentile Orsini e trasmise la contea di Sovana alla grande famiglia romana, essa era ridotta ai territorî di Sovana, Sorano, Marsiliana, Vitozzo e Pitigliano. Sotto il dominio degli Orsini, Pitigliano si sviluppò in antagonismo con Sovana, finché, caduta questa città in mano ai Senesi, divenne centro effettivo della contea, che appunto da Pitigliano trasse il nome. Estintisi gli Orsini di Pitigliano, la città passò successivamente in potere di Pietro Strozzi, di Cosimo I de' Medici, e nel 1604 al granducato di Toscana. Nel sec. XV vi fu nella città un notevole afflusso di Ebrei, che poi si trasferirono in gran parte a Livorno e a Firenze.
I conti di Pitigliano costituirono uno dei rami principali della famiglia Orsini e assunsero tale titolo solo dopo il 1410. Essi furono in continua guerra col comune di Siena, che tolse loro prima Sovana e poi nel 1416 i feudi del Monte Argentaro e del territorio di Orbetello. Il più grande di essi fu il famoso condottiero Niccolò, terzo conte di Pitigliano (v. orsini, niccolò). Ma sopravvenute aspre lotte di famiglia, la fortuna dei conti di Pitigliano declinò rapidamente e la dinastia si estinse in mezzo a fiere lotte di successione nel sec. XVII.
Bibl.: E. Repetti, Dizionario fisico, storico, geografico della Toscana, IV, Firenze 1841, pp. 470-476; G. Fabriziani, I conti Aldobrandeschi e Orsini, Pitigliano 1897; G. Dainelli e G. Poggi, Toscana, Firenze 1924, pp. 462-463.