PISA (XXVII, p. 392)
Al censimento del 1936 (21 aprile) la popolazione del comune risultò di 75.875 abitanti sopra una superficie del territorio comunale di 187,14 kmq., mentre al 31 dicembre 1936 la popolazione è calcolata a 75.043 abitanti. Pisa occupa così il terzo posto tra le città toscane, subito dopo Firenze e Livorno. La morbilità e la mortalità sono fra le più basse del regno. Infatti la mortalità annuale è scesa all'11 per mille abitanti e tale si mantiene dal 1931 ad oggi (1938). La morbilità per malattie cosiddette comuni e per le malattie infettive è ugualmente molto bassa.
Il suo recente sviluppo demografico ha determinato l'ampliamento edilizio della città, specialmente nella zona di Porta a Lucca (quartiere degl'impiegati) con nuove vie periferiche e moderni fabbricati, tanto che nel 1929 fu bandito un concorso per il piano regolatore della città e di Marina di Pisa.
Per facilitare le comunicazioni tra le due parti della città, divise dal fiume Arno, sono stati costruiti due nuovi ponti: uno nella zona di Barbaricina (inaugurato il 28 ottobre 1936) e l'altro in prossimità del Politeama. Fra le varie opere pubbliche che attestano lo sviluppo assunto dalla città per volontà del governo fascista, sono da segnalarsi il campo sportivo del Littorio (inaugurato l'8 novembre 1931), il palazzo delle Poste e Telegrafi e il palazzo della Provincia con la conseguente sistemazione della Piazza Vittorio, il nuovo palazzo della questura, la variante a Porta a Mare della statale Aurelia, il nuovo edificio delle carceri, il prolungamento della Via S. Francesco con la costruzione della caserma della Milizia; la costruzione del palazzo dell'Assistenza fascista, del R. Istituto industriale e il risanamento di un'intera zona cittadina (quella di S. Andrea) con la costruzione del nuovo palazzo di Giustizia.
Anche il canale navigabile dei Navicelli fatto scavare verso il 1603 da Ferdinando I per rimettere la città in diretta comunicazione col mare, è stato sostituito dal nuovo canale navigabile Pisa-Livorno - imponente opera del regime terminata nel 1938 - apprestato per natanti da 600 tonnellate. Esso ha la lunghezza di 17 chilometri circa, contro al primitivo sviluppo del vecchio canale di chilometri 24, fra l'Arno e il porto di Livorno. La sezione trasversale a pelo d'acqua normale, ha larghezza di m. 31,60 e profondità massima di m. 3 al centro. Per l'alaggio dei natanti sono state create due vie alzaie una per ciascuna sponda: il nuovo canale si attesta a Pisa alla Darsena ed è dotato di tutti i più moderni apparecchi per sollevamento, carico e scarico.
Marina di Pisa è oggi congiunta a Pisa da una linea elettrica a grande velocità (inaugurata nel 1935) che la congiunge anche con Tirrenia e Livorno.
Dal punto di vista dell'approvvigionamento idrico, la città è attualmente alimentata da due acquedotti, completamente separati: quello di Asciano e quello di Filettole. L'acquedotto di Asciano convoglia le acque dalle sorgenti della Valle delle Fonti di Asciano e della Piantata e fornisce attualmente dai 5 ai 7 litri al minuto secondo (mc. 432-604 giornalieri) di acqua.
Manifestatosi l'acquedotto di Asciano, per la limitata portata, insufficiente ai bisogni cittadini, nel 1910 furono iniziati studî, d'accordo con la città di Livorno, per l'uso delle acque rinvenute, con pozzi tubolari, nel sottosuolo profondo a destra del Serchio, dove più stretta è la valle, nel territorio di Filettole presso Ripafratta. Tale acquedotto, attualmente in funzione, fu in origine calcolato in base alla portata massima di litri 60 al minuto secondo corrispondente a mc. 5184 nelle 24 ore. Nel 1936 la pompatura media giornaliera di acqua salì da un minimo di 5848 metri cubi nei mesi invernali a un massimo di mc. 7765 nei mesi estivi.
Monumenti (p. 393). - La fotografia della pagina 396 (chiesa di S. Stefano dei Cavalieri) non risponde più alla realtà in quanto la facciata della chiesa è stata (1935) completata anche nelle parti laterali.
Istituti culturali e musei (p. 397). - Per volontà di B. Mussolini l'8 maggio 1930 fu firmata una convenzione per la quale 24 milioni erano messi a disposizione dell'università di Pisa per il suo completamento edilizio. Furono perciò eseguiti importanti lavori (fino al 28 ottobre 1934 erano stati spesi 19 milioni) fra i quali ricordiamo: l'ingrandimento e il totale riordinamento del bel palazzo della R. Scuola normale superiore in Piazza dei Cavalieri di S. Stefano, la ricostruzione del palazzotto dell'Educazione fisica, la sistemazione degli istituti della Scuola medica, dei locali della sapienza e degl'istituti di scienze naturali e il completamento delle cliniche oculistica e delle malattie mentali e nervose. Vennero costruite ex novo le due cliniche ostetrica e pediatrica e il palazzo della facoltà di ingegneria inaugurato il 28 ottobre 1936 e furono condotti a termine i lavori per gl'istituti della facoltà di agraria e della clinica dermosifilopatica. Sono in corso di attuazione o di studio i progetti per l'Istituto di chimica generale, la facoltà di medicina veterinaria, la clinica otorinolaringoiatrica, le cliniche di patologia medica e chirurgica.
Vita musicale (p. 398). - II Teatro del Comune (p. 399), già annesso al palazzo Gambacorti, non è oggi più esistente. Ricordiamo anche il Politeama, di proprietà comunale, specialmente adatto per gli spettacoli a carattere popolare.
Giuoco del ponte. - Fra le manifestazioni piu caratteristiche del popolo pisano deve ricordarsi il giuoco del ponte ricostruito in tutti i particolari da quadri, incisioni, disegni del periodo in cui ebbe maggiore splendore, tra la fine del '500 e i primi del '600, quando Pisa, con l'istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, riprende vita anche sui mari per volontà dei Medici. Fu combattuto per la prima volta dopo circa un secolo, il 29 giugno 1935 tra i cavalieri di tramontana e quelli di mezzogiorno.
Le opinioni intorno all'origine del "giuoco del mazzascudo", che è l'istituzione dalla quale derivò il giuoco del ponte, sono varie. È probabile però che il giuoco sia stato istituito dalla repubblica pisana per tenere lontani dall'ozio i cittadini e per mantenere addestrata la gioventù negli esercizî marziali. I maggiori particolari su questo giuoco si possono desumere da un poemetto anonimo in ottave, scritto sui primi del sec. XV, dal quale si rileva che il giuoco era praticato già nell'anno 1406.
Il giuoco del ponte consisteva in una finta battaglia che si svolgeva con grande impegno, con armi poco offensive, tra due fazioni di cittadini e abitanti del contado: la Boreale, o di Tramontana, e l'Australe o di Mezzogiorno; alla quale distinzione era opportunissimo il corso dell'Arno, che quasi divide la città in due parti eguali. Lo scopo da raggiungere era quello di conquistare, sopra il Ponte di Mezzo, la gloria di avanzare alquanto oltre la metà del ponte stesso e di occupare così una parte del campo avversario. La Parte di Tramontana (o di Borgo, o di Santa Maria) prendeva il nome dalla posizione del suo campo sulla riva destra o settentrionale dell'Arno; quella di Mezzogiorno (o di Banchi, o di S. Antonio) dal suo campo posto sulla riva sinistra o meridionale del medesimo fiume. Ciascuna delle suddette fazioni armava abitualmente sei compagnie, o squadre, formate ciascuna di trenta a sessanta soldati: e ogni squadra era distinta dalla varietà dei colori e da una bandiera grandissima di seta, con sopra dipinta l'insegna della squadra stessa.
Il giuoco del ponte, è giuoco di massa, è giuoco di popolo. Una manifestazione che attinge la sua importanza dalla partecipazione di tutta la città, in tutte le sue categorie sociali, con precipuo posto al gruppo dei "combattenti" che sono i popolani più forti, più coraggiosi, più svelti.
La provincia di Pisa (p. 404). - La provincia di Pisa, assai favorita dalle condizioni di suolo e di clima, è prevalentemente rurale. Infatti il 32,6 per cento dei 339.443 abitanti è occupato nell'agricoltura.
Secondo recenti controlli del catasto geometrico la superficie territoriale è di ha. 245.101. La superficie agraria e forestale è di ha. 229.694 così divisa:
Più dei 3/4 sono rappresentati da terreni di collina o di alta collina e solo 1/4 (22,43%) da pianura.
Nella zona di pianura, in virtù delle vecchie e delle recenti bonifiche, sono ormai scomparsi totalmente i territorî già esposti in parte al mal regolato regime delle acque. Tra queste bonifiche, oltre a quelle già ricordate (v. p. 404 e, f), è da menzionare quella della tenuta di Vecchiano dove crescono magnifici frutteti e si coltivano in pieno campo ortaggi da esportazione. Sono a buon punto anche i lavori di prosciugamento della zona del Lago di Massaciuccoli. Dove poi la bonifica integrale va affermandosi con notevoli progressi è sulle colline argillose del Volterrano, in virtù del Consorzio di bonifica della Val d'Era. La coltivazione delle foraggere leguminose è molto diffusa nelle terre seminative (oltre il 26,1%). Con la produzione di due milioni e un quarto di quintali di foraggio ridotto a fieno normale, si alimentano numerosi capi di bestiame: 57.136 bovini, 12.508 equini, 17.683 suini e circa 62.555 tra pecore e capre.
La zootecnia è molto curata e progredita. Le razze bovine allevate sono: la Chianina del Val d'Arno e la Chianina e Maremmana a due attitudini economiche (lavoro e carne) e la razza Mucca Pisana a tre attitudini economiche (lavoro, carne e latte). Anche l'allevamento dei cavalli ha la sua importanza. A questo conferisce risalto l'ottimo R. Deposito cavalli stalloni di Pisa. Le favorevoli condizioni d'ambiente consentono l'allevamento del cavallo da corsa puro sangue inglese, di cui Pisa tiene il primato. Ricordiamo anche il grande pollaio razionale presso la certosa di Calci per il miglioramento dell'indirizzo avicolo attuale e i cui prodotti alimentano i mercati settimanali di Pontedera e Castelfranco di Sotto.
Con la battaglia del grano, da circa 42.000 ettari di superficie coltivata si producono in media 600.000 ÷ 650.000 quintali di grano. Diffusa è anche la coltivazione del tabacco, della barbabietola da zucchero, del pomodoro da esportazione e da conserva, ecc. A mais si destinano oltre 10000 ettari con una produzione annua di circa 250.000 quintali. Largamente coltivati sono anche l'orzo, l'avena e la segale. Molto sviluppata è la produzione orto-frutticola, che alimenta un considerevole commercio di esportazione. La produzione annua di olio ha raggiunto i 17.000 quintali. Due terzi dei vigneti sono stati ricostituiti su viti americane resistenti alla fillossera.
Fra le industrie siderurgiche e meccaniche ricordiamo anche lo stabilimento di costruzioni meccaniche di Pontedera e costruzioni aeronautiche di Marina di Pisa.
La linea elettrica Pisa-Marina di Pisa-Tirrenia-Livorno, di recente istituzione, oltre a collegare Pisa a Livorno, le due città capoluogo di provincia, serve altresì a unirle al nuovo centro balneare di Tirrenia dove sorgono, fra l'altro, stabilimenti cinematografici e colonie fasciste create dal regime per i bimbi del popolo. L'Ente autonomo di Tirrenia è stato costituito con il r. decr. legge 3 novembre 1932.