Pittore greco dell'età ellenistica citato da Plinio e da Properzio come autore di quadretti con soggetti di genere e di nature morte. Taluni leggono nel testo di Plinio (Nat. hist. XXXV, 112) rhyparographos anziché rhopographos, cioè "pittore di cose sordide" invece che "di cose piccole", e infatti dipinse provviste di cucina, asinelli, botteghe di barbiere e di calzolaio. La modestia dei soggetti non influì sull'eccellenza dell'arte, infatti i quadri di P. furono molto pregiati e acquistati a caro prezzo.