piramidi
Le grandiose costruzioni egizie tra cielo e Terra
Quando si parla di piramidi tutti vanno con il pensiero all’antico Egitto. Insieme con la Sfinge, sono i monumenti più noti e più spettacolari che ci abbia lasciato quella civiltà. Così pensiamo noi, ma così si pensava anche nell’antichità, quando le piramidi furono considerate una delle sette meraviglie del mondo, sia per il loro aspetto grandioso sia per l’enorme quantità di lavoro umano che aveva richiesto la loro costruzione. In effetti le piramidi – o almeno alcune di esse – sono tra i monumenti più grandi che gli uomini abbiano mai costruito, non solo nel mondo antico ma in tutta la storia dell’umanità
Quando guardiamo queste gigantesche colline artificiali che si stagliano nel cielo azzurrissimo d’Egitto sorgendo dalle sabbie del deserto, stentiamo a credere che siano frutto del lavoro umano, e che una società antica e priva di macchine come quella egizia abbia potuto avere le conoscenze scientifiche e la capacità organizzativa per realizzarle. Per questo c’è chi ha ritenuto che le piramidi non possano essere state costruite da esseri umani, ma che siano il frutto delle conoscenze scientifiche di una civiltà superiore, di un popolo di extraterrestri che in epoche antichissime è giunto sul nostro pianeta. Naturalmente si tratta di fantasie che gli archeologi da molto tempo hanno dimostrato essere prive di qualunque fondamento, ma sono significative perché confermano il profondo stupore che proviamo davanti a questi monumenti.
Altri studiosi hanno ritenuto che l’esistenza e la perfezione delle piramidi dimostrano che gli Egizi possedevano una scienza superiore a quella degli altri popoli che permetteva loro di realizzare simili miracoli. Neanche questo è vero, ma ciò non diminuisce la nostra ammirazione per i loro costruttori: le piramidi sono monumenti che ancora oggi, con tutte le nostre tecnologie, sarebbe molto difficile costruire.
Tuttavia a differenza di quanto molti possono pensare, le piramidi non hanno per noi molti segreti; sappiamo quasi tutto di esse: chi le ha costruite, quando e perché. Gli interrogativi a cui non è stata ancora data una risposta definitiva sono quelli relativi alle tecniche che venivano impiegate per la loro costruzione, ma anche questo problema è oggi in via di soluzione.
Per quanto ciò possa sembrare sorprendente, le piramidi sono soltanto la parte superiore, la sovrastruttura – come dicono gli studiosi – delle tombe in cui vennero sepolti i sovrani egizi per un periodo di quasi mille anni, dal 2650 circa prima della nascita di Cristo sino circa al 1750. Dopo questa data in Egitto non vennero più costruite piramidi, per lo meno non delle stesse dimensioni. Come si vede dalle due date ricordate, si tratta di monumenti estremamente antichi, che risalgono a circa cinquemila anni fa. Per capire esattamente quale era il loro scopo bisogna pensare che le sepolture, in tutta la storia dell’antico Egitto, ebbero un carattere che noi potremmo chiamare modulare: erano cioè composte sempre dagli stessi elementi che, a seconda dei periodi storici, vennero realizzati in modo diverso. Tali elementi erano la camera sotterranea, dove vi era il corpo del defunto; un corridoio o un pozzo che giungeva fino alla superficie; una sovrastruttura che serviva a segnalare la presenza della tomba e a ricevere le offerte per i defunti. Le piramidi erano proprio la gigantesca sovrastruttura delle tombe dei sovrani e talvolta anche di qualche loro familiare.
Secondo le concenzioni degli antichi Egizi il re era un dio che discendeva sulla Terra per ritornare in cielo dopo la morte: le dimensioni delle piramidi segnalavano che la tomba che stava sotto o dentro di esse ospitava il corpo di un dio, non quello di un uomo. Naturalmente la costruzione delle piramidi richiedeva un grande impegno da parte degli Egizi, non solo dal punto di vista fisico, comportando l’impiego di grandi masse di operai, ma anche dal punto di vista economico, perché costava molto estrarre la pietra dalle cave e mantenere coloro che lavoravano all’impresa.
A noi sembra stupefacente che un popolo abbia impiegato risorse così immani solo per costruire la tomba dei propri sovrani: evidentemente gli Egizi credevano davvero che il loro sovrano, quello che noi chiamiamo faraone, fosse un dio e che perciò i sacrifici per costruire una tomba degna di lui non fossero mai sufficienti. E questo è accaduto non solo per qualche anno o per qualche sovrano ma per una lunga serie di re e per un periodo di quasi mille anni!
Le tombe in cui venivano sepolti i re egizi prima che si cominciasse a costruire le piramidi erano molto più ricche delle sepolture della gente comune. Tuttavia, se confrontate con quello che le tombe reali sarebbero diventate in seguito, si possono definire povere. La camera in cui il corpo era deposto si trovava all’interno di un recinto fatto di mattoni crudi, un materiale realmente assai povero e molto fragile.
Accanto al re erano sepolti i funzionari più importanti, che venivano messi a morte nel momento in cui il sovrano moriva: un rito crudele che ben presto sarebbe stato abbandonato e che nasceva dalla convinzione che nel momento in cui ritornava in cielo il faraone avesse bisogno delle stesse persone che avevano lavorato con lui in vita.
All’incirca fra il 2640 e il 2620 a.C., sotto il regno del re Djoser, durante la terza dinastia, venne costruita la prima piramide. Conosciamo il nome dell’architetto che l’ha progettata, un funzionario di nome Imhotep: un grande intellettuale al quale dobbiamo molte altre cose importanti, e che gli Egizi negli ultimi tempi della loro civiltà adorarono come dio della medicina. Può sembrare strano che un architetto sia diventato dio della medicina, ma Imhotep scrisse probabilmente i più antichi libri di medicina dell’antico Egitto, segno del suo genio, e quindi la sua fama era legata soprattutto a questa attività.
La piramide realizzata da Imhotep era fatta a gradoni, una specie di immensa scala che si alzava verso il cielo e che il sovrano poteva salire dopo la morte per raggiungere gli dei suoi fratelli. Una seconda novità molto importante stava nel fatto che Imhotep costruì la piramide adoperando la pietra, non mattoni crudi ed elementi vegetali, come i tronchi di legno e le frasche di palma. Il grande architetto fece uso della pietra perché sapeva che i mattoni crudi sono molto friabili e durano poco, mentre la pietra è molto più solida e duratura. Per cui, mentre il palazzo reale era destinato a scomparire in breve tempo, la piramide sarebbe diventata una dimora per l’eternità, come era giusto per un dio.
Infine l’ultima grande novità consisteva nel fatto che la piramide era racchiusa all’interno di un grande recinto che comprendeva anche altri edifici in pietra in cui il sovrano avrebbe svolto, una volta giunto nell’aldilà, alcuni riti religiosi di grande importanza, secondo le convizioni degli Egizi.
Qualche tempo dopo, durante quella che noi chiamiamo la quarta dinastia, si cominciarono a costruire piramidi non a gradoni ma con gli spigoli acuti: legate a sovrani come Cheope, Chefren e Micerino, sono le più grandi e le più importanti. La più alta, quella di Cheope, che si trova alla periferia del Cairo, raggiunge i 150 metri circa: una vera collina!
A questo periodo di splendore seguì una lunga decadenza. Le piramidi divennero sempre più piccole e i materiali con cui venivano costruite sempre più scadenti: anche i faraoni dovevano risparmiare e cominciarono proprio dalle tombe. Alla fine le piramidi scomparvero per poi ricomparire qualche secolo dopo, costruite in mattoni crudi: oggi di queste restano solo cumuli di detriti.