DI PIETRO, Pio
Nacque a Roma il 3 ag. 1862 da Gaetano e da Marianna Testa. Compì gli studi nel liceo musicale dell'Accademia di S. Cecilia in Roma, sotto la guida del maestro R. Terziani, con il quale, giovanissimo, si diplomò in composizione. Iniziò la carriera artistica come direttore d'orchestra, prendendo parte all'attività della Società musicale romana - che si valeva in quel periodo di musicisti quali D. Mustafà, il Terziani, E. Mascheroni - in qualità di direttore e concertatore in importanti esecuzioni.
Nel gennaio 1888 presentò all'Accademia Filannonica una Messa da requiem, che una commissione giudicatrice, composta da F. Marchetti, E. Mascheroni, E. Pinelli e S. Falchi, dichiarò degna di essere eseguita, esprimendo un giudizio lusinghiero soprattutto nei confronti del Dies irae e del Libera me, in cui vennero ravvisate espressioni severe e profondamente ispirate. La Messa fu poi eseguita il 19 genn. 1891, in occasione della commemorazione di Vittorio Emanuele II, nel Pantheon di Roma, sotto la direzione dell'autore.
Nel 1889 il D. vinse il concorso indetto dal ministero dell'Interno per una Messa da requiem per grande orchestra, soli e coro da eseguirsi nella metropolitana di Torino per l'anniversario della morte di Carlo Alberto. Il 1:6 apr. 1891 fu nominato vicedirettore artistico dell'Accademia Filarmonica romana e il 14 dicembre dello stesso anno partecipò all'inaugurazione della nuova sede in palazzo Doria a piazza Navona; fu poiriconfermato vicedirettore artistico per il 1892. Organizzatore instancabile, sempre presente nelle manifestazioni artistiche dell'accademia, il 14 apr. 1892 prese parte alle celebrazioni indette per il primo centenario rossiniano, collaborando all'esecuzione della Petite messe solennelle e dello Stabat Mater al teatro Costanzi di Roma. Da questo momento la sua partecipazione alla vita artistica romana fu costante e si manifestò presso le numerose istituzioni concertistiche della città che lo videro spesso anche in veste di pianista, oltre che di direttore.
Iniziò inoltre ad interessarsi di problemi di tecnica vocale e nell'ottobre 1897, al congresso di laringologia tenutosi alla sala Dante di Roma, espose insieme con G. Nuvoli (otorinolaringologo, secondo la dizione dell'epoca, degli ospedali di Roma) le sue teorie in una relazione sul Metodo di ginnastica degli organi vocalisecondo i Principi della fisiologia e come base dell'insegnamento pel canto. La conferenza ebbe notevole risonanza negli ambienti musicali del tempo (si veda, ad esempio, la Gazzetta musicale di Milano, LII [1897], 44, p. 641). Il sunto della conferenza venne poi pubblicato nella Riv. music. ital., V (1898), 3, pp. 533-551, con il titolo Sull'uso delle vocali nell'insegnamentodel canto.
Nel 1907 partecipò ad un altro concorso per una messa funebre commemorativa per Umberto I, vinto da C. Dobici. Dal 1914 fu insegnante di canto nel ficeo musicale di S. Cecilia e fra i suoi allievi ebbe L. Pasini, F. Bravi, E. Ridolfi, L. Burch, R. Alvarez, A. d'Albert, A. Dianni, A. De Paolis, R. Okuda. Per i suoi meriti di didatta e di compositore ricevette numerosi riconoscimenti: membro della commissione esaminatrice per la concessione del diploma di canto, fu nominato socio dell'Accademia Filarmonica romana e della Società musicale romana, consigliere dell'Accademia di S. Cecilia e cavaliere della Corona d'Italia. I suoi studi sull'insegnamento del canto confluirono nella pubblicazione, in collaborazione con G. Nuvoli, di Janua Cantus. Fisiologia preparatoria all'insegnamento del canto, pubblicata a Milano nel 1932.
Il D. si dedicò anche a composizioni per canto e pianoforte, spesso su commissione.
Di queste composizioni rimangono: Febbre d'amore (parole di A. Cristini), melodia per canto e pianoforte, Milano s.d.; Al raggio di luna (parole di A. Gaudenzi), barcarola per canto e pianoforte, ibid. s.d.; Lontan da te (parole di U. Crisanti), melodia per canto e pianoforte, ibid. s.d.; Paesaggio (versi di A. Cristini), per canto e pianoforte, ibid. s.d.; Dimmi che m'ami, romanza per mezzosoprano o baritono, ibid. s.d.; Tre parole (parole di G. Panizza), per canto e pianoforte, Roma 1927; Sapor di rose (poesia di G. D'Annunzio), lirica per canto e pianoforte, ibid. s.d. (ma 1931). Compose inoltre la musica di venti brevi brani per il testo di Laura Bassi, Poesia, musica, movimento per l'espressione artistica del bambino, Milano 1937. Fu autore, infine, di una commedia lirica in un atto - Pape Satàn, libretto di G. Soldani - rappresentata a Roma, teatro Nazionale, 13 ott. 1923, con il titolo Magia.
Morì a Roma il 24 ott. 1939.
Personaggio minore, ma non insignificante della vita musicale romana dell'ultimo Ottocento, collaborò attivamente alla rinascita delle manifestazioni musicali della città soprattutto nel periodo tra il 1880 e il primo decennio del nuovo secolo, operando accanto a personaggi tra i più autorevoli del mondo artistico romano quali E. Pinelli, R. Terziani, D. Mustafà. Apprezzato anche come insegnante, contribuì instancabilmente e con umiltà al generale rinnovamento culturale e all'opera di sprovincializzazione della vita cittadina e fu tra i fautori della rivalutazione del patrimonio musicale del passato riscoperto nel quadro delle tendenze culturali di una Roma assurta al ruolo di capitale d'Italia.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Messaggero, 25 ott. 1939; notizie in Gazzetta musicale di Milano, XLVI (1891), pp. 69 s.; LII (1897), pp. 640 s.; Conservatorio di S. Cecilia, Annuari, ad annos; L'Accademia Filarmonica romana dal 1868 al 1920. Memorie storiche, a cura di R. Giraldi, Roma 1930, pp. 153, 156, 158, 164, 169, 170, 173, 177, 179, 181, 185, 190, 193, 197, 278, 286, 313, 339; B. Lupo, La scuola della voce, in Nuova Riv. music. ital., VI (1972), 2, p. 213; A. De Angelis, Diz. dei music., Roma 1928, p. 187; C. Schmidl, Diz. univ. dei music., suppl., p. 260.