BOFONDI, Pio
Nacque a Forlì il 19 genn. 1799, fratello di Giuseppe. Si dedicò fin da giovane a studi economici e letterari, e partecipò attivamente alla vita politica. L'8 ott. 1831 fu eletto membro del consiglio comunale di Forlì e il 30 maggio 1832 fu il solo a non essere colpito dall'ordine di decadenza dalla carica, emanato dal cardinale Albani. Non accettò tuttavia il privilegio, rassegnando le dimissioni con una lettera del 1º giugno, in cui dichiarava che non avrebbe mai partecipato ad un'assemblea dove la libertà e l'autonomia dei membri venivano continuamente menomate da palesi arbitri esterni. Dopo questo episodio si rìtirò per alcuni anni dalla vita politica. Salito al soglio pontificio Pio IX, accettò di far parte della Guardia civica in qualità di ufficiale. Il 9 giugno 1848 fu eletto al Consiglio dei deputati dello Stato pontificio come rappresentante di Sant'Arcangelo, in sostituzione del conte Fabbri.
La sua attività in questa sede non appare, tuttavia, contrassegnata da prese di posizione rilevanti; per lo più si occupò di problemi di carattere amministrativo ed economico: presentò un progetto per ovviare al disordine con cui venivano presentati i vari capitoli del bilancio; con interventi misurati, si dichiarò contrario al progetto di legge per la introduzione nello Stato pontificio della carta moneta; si batté per l'istituzione di una Banca nazionale: appoggiò, infine, l'introduzione di linee telegrafiche. Frequentò assiduamente le sedute sino al 15 novembre finché il 21 del mese seguente inviò le sue dimissioni, che furono accettate.
Stabilitosi definitivamente a Roma, partecipò attivamente alla vita della città, ricoprendo cariche municipali.
Nel 1845 il B. pubblicò a Roma Sulla educazione degli operai; nel 1844 aveva dato alle stampe L'Agro romano e la presente sua coltivazione, in cui prospettava le possibili misure per sviluppare l'agricoltura in quella zona: gli fruttò l'ammissione all'Accademia Tiberina (1845). Nel 1850, infine, apparve a Forlì il suo volume Sulle statistiche industriali in provincia di Forlì,Ragionamenti. Nel 1847, in occasione della nomina del fratello Giuseppe a cardinale, aveva pubblicato a Roma un Ragionamento sulla poesia.
Morì a Roma il 24 apr. 1868.
Il fratello Pietro (1º apr. 1794-14 luglio 1837) fece parte del governo provvisorio di Forlì e fu deputato all'Assemblea bolognese. Alla Restaurazione dovette esulare in Francia e morì a Nîmes.
Fonti e Bibl.: Assemblee del Risorg., Roma, I, Roma 1911, passim; E. Fabbri, Sei anni e due mesi della mia vita, Roma 1915, p. 448; I. Missiroli, Lotte forlivesi per la libertà(1831-1832) Forlì 1934, p. 111; D. Demarco, Pio IX e la rivoluzione romana del 1848, Modena 1947, p. 78; A. Mambelli, I Forlivesi nel Risorgimento nazionale, Forlì 1963, ad vocem; per Pietro, v. L'Archivio dei governi provvisori di Bologna e delle prov. unite del 1831, Città del Vaticano 1956, ad Indicem.