PASCALI, Pino
Scultore, nato a Bari il 19 ottobre 1935, morto a Roma l'11 settembre 1968. Frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Roma, dove studia scenografia, diplomandosi nel 1959. Nel 1965 la sua prima personale alla Galleria La Tartaruga di Roma, e una collettiva alla Libreria Feltrinelli, lo fanno conoscere come uno dei più interessanti esponenti della nuova generazione romana. Tra il 1966 e il 1968 è invitato alle più importanti manifestazioni internazionali in Europa e in America (alle Biennali di Parigi, di Venezia che gli dedica una sala nel 1968, di Tokio, di San Paolo del Brasile). Partecipa alla grande collettiva Aspetti dell'arte italiana contemporanea, mostra itinerante in Europa organizzata tra il 1966 e il 1967 dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma. Nel 1968 è presente alla Mostra d'Arte Povera a Genova, e in una retrospettiva organizzata dal Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
Gli esordi di P. si collocano a contatto con le correnti informali degli anni 1955-60, dalle quali deriva l'importanza del "gesto" quale elemento costante nella sua opera, attraverso l'uso di tecniche diverse. D'altra parte la poetica dell'"oggetto" si collega alle contemporanee esperienze romane nell'ambito del neo-dada, malgrado la distanza da lui tenuta verso tale poetica. Nel Teatrino, formato da personaggi-marionette in movimento (esposto alla Libreria Feltrinelli), già compare quella che sarà un'altra componente costante della sua opera: l'aspetto ludico e la trovata imprevedibile che dànno alla sua produzione quell'impronta difficilmente inseribile in etichette precostituite. Attorno al 1965 i giganteschi "oggetti" nascono da strutture lignee con tela dipinta (per es. Labbra di donna). Seguono i monumentali montaggi di legno e residui meccanici: la serie dei cannoni a grandezza naturale (il Cannone Bella ciao, il Missile Colomba della pace), giocattoli ironici e dissacratori esposti nel 1966 alla Galleria Sperone a Torino. Attorno al 1967, la vicinanza all'estetica dell'Arte Povera lo porta all'uso di materiali "poveri" e naturali (Cornice di Fieno, Acqua terra e fuoco). Le ultime sue opere sono ricostruzioni, sempre a formato monumentale, della natura con variopinti materiali sintetici (per es. i Bachi da setola, 1968). Vedi tav. f. t.
Bibl.: Cataloghi mostre: P. Pascali (testo di M. Calvesi), Galleria L'Attico, Roma 1966; Pino Pascali (testo P. Bucarelli), Galleria d'arte moderna, ivi 1969.