Uomo politico e imprenditore cileno (n. Santiago del Cile 1949). Facente parte di una nota famiglia cilena, già attiva in politica (il padre era diplomatico ed è fratello di J. Piñera, economista e ministro del lavoro per A. Pinochet), dopo la laurea in Economia (Pontificia Universidad Católica de Chile) ha ultimato gli studi presso l’Harvard University. Imprenditore di successo e già sostenitore di H. Büchi nella campagna presidenziale del 1989, nel 1990 è stato eletto senatore (mantenendo la carica sino al 1998) e si è unito al partito di centrodestra Renovación Nacional (abbandonato solo nel 2011 con l’elezione a presidente). Coinvolto nello scandalo noto come “Piñeragate” (1992, scoppiato a partire da intercettazioni compromettenti), ha rinunciato alle presidenziali del 1993, per poi candidarsi a quelle del 2005: ha perso contro M. Bachelet al ballottaggio. P. è stato presidente del Cile dal 2010 al dicembre 2013, quando gli è subentrata nella carica la ex presidente Bachelet, e durante il mandato ha dovuto affrontare il diffondersi di malumori e scontri nella popolazione civile. Ricandidatosi alle presidenziali del 2017, al primo turno delle consultazioni svoltesi nel mese di novembre ha ottenuto il 36% dei consensi contro il 22% aggiudicatosi da A. Guillier, che a dicembre ha sconfitto al ballottaggio con il 54% delle preferenze subentrando nella carica a Bachelet. Nel periodo successivo, in un Paese tormentato dalla crisi economica e dalle diseguaglianze sociali, il dissenso contro la gestione politica pronunciatamente autoritaria di P. è andato crescendo, fino a sfociare nell'ottobre 2019 in violente proteste di piazza a seguito di un aumento delle tariffe del trasporto pubblico, cui il governo ha risposto con la dichiarazione dello stato d’emergenza. Alle elezioni amministrative tenutesi nel maggio 2021 per eleggere i nuovi sindaci e i membri dell’Assemblea costituente incaricata di apportare modifiche alla Costituzione, la coalizione Chile Vamos dell'uomo politico ha subìto una netta sconfitta, ottenendo 37 seggi, mentre si sono imposti le liste di opposizione Apruebo Dignidad (27 seggi) e la Lista de Apruebo (25 seggi), i candidati indipendenti e i rappresentanti delle comunità indigene (17 seggi), ciò che consentirà alle forze della sinistra di discutere e approvare mutamenti sostanziali nel testo costituzionale. Dal marzo 2022 gli è subentrato nella carica presidenziale G. Boric.