PIGMALIONE (Πυγμαλίων, Pygmalion)
Figura della mitologia greca, che ne fa un leggendario re dell'isola di Cipro, il quale si sarebbe follemente innamorato di una statua eburnea della dea Afrodite, prodigandole tenerezze e amplessi come a donna vera. Da questa versione della leggenda (che era in Filostefano, e che è ripetuta da Arnobio, Adv. nationes, VI, 22) differisce assai la versione, più nota, che si trova in Ovidio (Metamorf., X, 243 segg.) e che è probabilmente la forma originaria della leggenda. Ivi Pigmalione è rappresentato come lo scultore stesso di una statua eburnea di donna, di meravigliose fattezze, per la quale si sentì preso d'amore come per creatura viva, e che chiamava sua sposa.
Un giorno, durante una festa di Afrodite, Pigmalione, dopo aver sacrificato alla dea, la supplicò di dargli una moglie che somigliasse a quella statua; e la dea l'esaudì: tornato infatti a casa lo scultore, il simulacro eburneo si mosse e tosto si trasformò in una fanciulla vivente. Fu questa, per miracolo di Afrodite, la sposa di Pigmalione, che n'ebbe una figlia di nome Pafo, da cui un nipote di nome Cinira.
Questo motivo mitico ricorre un'altra volta nella mitologia greca (a proposito di Efesto, che si era fabbricato due fanciulle d'oro: Iliade, XVIII, 417 segg.) e assai frequentemente in altre mitologie, come in quella finnica e nella lituana. Il nome di P. è indubbiamente fenicio: a questo re si attribuiva la fondazione della città di Carpasia, nell'isola di Cipro.
Bibl.: E. Veckenstedt, Die Mytehn, Sagen und Legenden der Zamaiten, Heidelberg 1883, p. 34; Türk, in Roscher, Lexicon der griech. und römischen Mythologie, III, col. 3317 segg.