ZEZI, Pietro
(Giovanni Giuseppe). – Nacque a Cremona il 3 dicembre 1844, da Ferdinando, medico provinciale del capoluogo, e da Francesca Grancini, primo di quattro figli.
Alla nascita dell’ultimo figlio, nel 1855, la famiglia emigrò a Milano, ma fece ritorno a Cremona nel 1872, dopo la morte del padre. Zezi studiò matematica all’Università di Pavia e si laureò, nel 1866, all’Istituto tecnico superiore di Milano.
Si arruolò volontario nell’esercito per combattere nella terza guerra d’indipendenza e nel 1867 fu assunto, per concorso, come allievo ingegnere nel corpo reale delle miniere. Nello stesso anno fu inviato a frequentare come allievo esterno i corsi di specializzazione presso l’École royale des mines di Parigi. Nell’estate del 1868, in compagnia di Alberto Rovello, compì un viaggio di studio nella Francia meridionale, visitando le regioni della Lozère, del Puy-de-Dôme, della Loira e delle Bouches du Rhône. Nel 1869 ottenne il certificato di studio e compì, ancora una volta insieme a Rovello, un viaggio nel Nord della Francia e in Belgio, per una visita alle miniere di carbone e agli stabilimenti metallurgici. I due si recarono inoltre in Sassonia, Stiria e Boemia per osservazioni tecnico-scientifiche agli stabilimenti per la produzione di ferro, acciaio e ghisa. Il viaggio proseguì con una visita alla Geological Survey di Londra e al Geologische Bundesanstalt di Vienna.
In quegli anni il Reale Comitato geologico, che in Italia aveva il compito di coordinare le attività di realizzazione della Carta geologica del Paese, nonostante gli sforzi organizzativi compiuti da Quintino Sella e Felice Giordano, a causa delle difficoltà finanziarie e burocratiche non era ancora riuscito a strutturare un ufficio operativo in grado di effettuare i necessari rilievi geologici di terreno. Inoltre, la nomina a ministro delle Finanze distolse Sella dal progetto geologico per diversi anni. La visita di Zezi ai servizi geologici di Londra e di Vienna, che allora erano già pienamente operativi, aveva quindi lo scopo di studiarne l’organizzazione e la funzionalità per trasferirne le conoscenze in Italia.
Zezi tornò in Italia nella seconda metà del 1869 e fu nominato ingegnere di terza classe nel corpo reale delle miniere, assumendo nello stesso tempo la designazione di segretario del Reale Comitato geologico. Aiutato da Giordano e dai membri del Comitato geologico, posti sotto la presidenza di Igino Cocchi, Zezi venne quindi incaricato di organizzare il nascente Ufficio geologico, strutturandone i diversi servizi operativi.
I compiti principali individuati furono l’attivazione della pubblicazione del Bollettino e la stampa delle carte geologiche e delle memorie illustrative; l’organizzazione delle collezioni paleontologiche, litologiche e delle pietre da costruzione; l’organizzazione della biblioteca e del relativo archivio. Tra i compiti più complessi che Zezi si trovò ad affrontare ci furono la gestione, come segretario del Comitato geologico, dell’assunzione del personale e la strutturazione dei servizi operativi del nuovo Ufficio. Per l’attuazione di questa intensa fase organizzativa Zezi fu costretto a mettere in secondo piano le sue competenze tecnico-scientifiche per dedicare le proprie capacità agli aspetti burocratico-organizzativi.
Dotato di enorme attenzione e precisione, e caratterizzato da un grande spirito di abnegazione, Zezi dedicò notevoli energie all’organizzazione del Reale Ufficio geologico, i cui risultati vennero apprezzati anche molti anni dopo. Tra i compiti d’istituto che Zezi eseguì con maggiore dedizione, il più importante fu certamente quello della redazione del Bollettino del Reale Comitato geologico, iniziato nel 1870 per iniziativa di Cocchi, le cui prime annate furono seguite, da un punto di vista editoriale, esclusivamente da Zezi. La pubblicazione periodica del Bollettino permise l’attivazione di una fitta rete di scambi bibliografici con istituzioni scientifiche in Italia e all’estero, che consentì quindi il prezioso arricchimento della biblioteca del Reale Ufficio geologico.
Altrettanto gravoso fu il lavoro di trasferimento della sede del Comitato geologico da Firenze a Roma, nel 1873, che di fatto paralizzò il servizio sino al 1876. In occasione dell’Esposizione universale di Parigi del 1878 venne pubblicata un’opera di sintesi fondamentale per le conoscenze censuarie e territoriali dell’area romana (ninistero dell’Interno, Direzione generale di statistica, Monografia della città di Roma e della campagna romana, Roma 1878). La campagna romana era una delle zone oggetto di maggiore interesse per avviare il processo di modernizzazione del Paese e per risolvere gli annosi problemi delle alluvioni del Tevere e del diffuso impaludamento dell’area, causa dell’elevata mortalità per malaria. Il Reale Ufficio geologico, quindi, pose la campagna romana tra gli obiettivi principali cui dedicare l’attività di rilevamento geologico per la produzione della relativa cartografia in scala 1:100.000.
Nonostante il suo incarico principale fosse quello di dirigere l’Ufficio geologico, a partire dal 1878 Zezi partecipò al suddetto rilevamento geologico; fu infatti autore dei fogli geologici 142 Civitavecchia, 143 Bracciano, 144 Palombara Sabina, 149 Cerveteri, 150 Roma, 158 Cori, rilevati in collaborazione con Luigi Baldacci, Emilio Cortese e con l’aiuto di Pompeo Moderni ed Eugenio Perrone. A complemento delle carte geologiche, Zezi pubblicò anche note di approfondimento dei caratteri geologici delle zone studiate (Osservazioni geologiche fatte nei dintorni di Ferentino e di Frosinone nella provincia di Roma, in Bollettino del Reale Comitato geologico d’Italia, VII, 1876, 1, pp. 360-388).
In qualità di direttore del Reale Ufficio geologico, Zezi fu autore di alcune sintesi sullo stato di esecuzione dei lavori di realizzazione della Carta geologica d’Italia (Cenni intorno ai lavori per la carta geologica d’Italia in grande scala, Roma 1875) e si occupò della realizzazione di indici bibliografici delle pubblicazioni riguardanti la geologia, la paleontologia e la mineralogia, che costituiscono il primo catalogo bibliografico della biblioteca del Servizio geologico (Indice bibliografico delle pubblicazioni italiane e straniere riguardanti la mineralogia la geologia e la paleontologia della provincia di Roma, in Monografia archeologica e statistica della città di Roma e campagna romana presentata al governo italiano all’Esposizione universale di Parigi del 1878, Roma 1878). Fu autore dei necrologi di Giuseppe Ponzi, Guglielmo Guiscardi, Giordano e Arcangelo Scacchi. Durante gli anni, pubblicò sporadicamente alcuni lavori concernenti materiali argillosi refrattari e diverse specie minerali. Come direttore del Reale Ufficio geologico, fu al centro di numerose corrispondenze scientifiche, con comunicazioni relative a osservazioni o aggiornamenti sulle conoscenze geologiche di vari settori del Paese.
Tra il 1875 e il 1883 si dedicò all’insegnamento superiore di mineralogia e geologia presso la scuola di applicazione per gli ingegneri di Roma e fu direttore, in qualità di regio commissario, della scuola industriale di Fermo. Fu tra i soci costituenti la Società geologica italiana, la cui fondazione avvenne durante il II Congresso internazionale di geologia di Bologna nel 1881; fu commissario del bilancio della Società nel triennio 1897-99. Nel 1907 lasciò il Reale Ufficio geologico per passare, come ispettore superiore, all’Ispettorato delle miniere fino al 1911, anno del suo collocamento a riposo.
Morì, dopo una lunga malattia, il 29 dicembre 1914.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Cremona, Registri del Comune di Cremona, Impianto anagrafico 1865-1901, foglio di famiglia n. 2114 bis.
V. Novarese, P. Z., in Bollettino del Reale Ufficio geologico d’Italia, s. 5, V (1915), pp. 1-6; D. Brianta, Europa mineraria: circolazione delle élites e trasferimento tecnologico, secoli XVIII-XIX, Milano 2007; La cartografia del Servizio geologico d’Italia, a cura di F. Console - M. Pantaloni - D. Tacchia, Roma 2017.