THOUAR, Pietro
Letterato, nato a Firenze il 23 ottobre 1809, e ivi morto il 1° giugno 1861. Scolaro indisciplinato, fu in seguito correttore di bozze nella tipografia di V. Batelli e dal 1833 presso G. P. Vieusseux, nel cui gabinetto scientifico-letterario compì la propria formazione spirituale. Dagl'incoraggiamenti di R. Lambruschini il Th. fu acquisito all'apostolato letterario per l'educazione del popolo e dei fanciulli. Nel 1832 iniziò Il nipote di Sesto Caio Baccelli, lunario proseguito fino al 1848, nel quale introdusse stornelli, poesie, bozzetti, sani principî morali e notizie d'istituzioni utili per il popolo; nel 1834 prese a pubblicare, anonimo, il Giornale dei fanciulli, avversato dalla polizia e presto dovuto interrompere; dal 1836 al 1845 collaborò alla Guida dell'educatore del Lambruschini nelle annesse Letture per i fanciulli; nel 1847 fondò insieme con Mariano Cellini il Catechismo politico o Giornaletto pei popolani, che col 30 ottobre 1848 prese il titolo di Letture politiche o Giornaletto per il popolo, trasformato nel 1849 in Letture di famiglia, alla cui compilazione attese fino alla morte. Nominato nel 1848 direttore della Pia Casa di lavoro, perdette nella restaurazione lorenese quello e altri impieghi, ma nel 1860 ebbe la direzione della prima scuola magistrale maschile di Firenze. Affiliato alla Giovine Italia, si era andato poi sempre più accostando al partito moderato; eletto nel 1849 alla Costituente italiana, rinunziò subito al mandato; accettò invece la deputazione all'Assemblea toscana del 1859.
Il Th. fu detto il migliore scrittore italiano di letteratura infantile e popolare avanti C. Lorenzini ed E. De Amicis. Nelle sue molte commedie e racconti, il Th. supera infatti di gran lunga i suoi predecessori per la schietta italianità e freschezza della lingua, per la serena pacatezza dell'espressione, per la spontaneità e la vivacità dell'immaginare e del sentire, specialmente nei dialoghi e nelle descrizioni, per quanto il suo stile paia oggi troppo toscanamente tornito. Ma gli nuoce spesso la tesi morale troppo manifesta e la diffidenza della natura umana. Persino l'osservazione dal vero è spesso aduggiata dalla volontà di accomodare figure e immagini secondo una visione astratta. Sicché l'educatore, per nobile che sia, non riesce a fondersi con l'artista.
Un'edizione compiuta delle opere del Th. fu pubblicata a Firenze 1870-1877. Notevoli inoltre gli opuscoli politici: Discorriamo un poco delle cose nostre (Firenze 1847); I liberali italiani e la religione (ivi 1858); Ferdinando IV e i suoi avvocati (ivi 1859); Discorso politico. Parole per raccomandare la concordia agli Italiani (ivi 1859); Discorso di un onesto uomo al popolo intorno alla nazionalità dell'Italia (ivi 1859).
Bibl.: N. Giotti, P. Th., Firenze 1861; E. Montazio, P. Th., Torino 1862; R. Lambruschini, P. Th., in Elogi e biografie, Firenze 1872, pp. 157-162; F. Alterocca, P. Th. educatore e artista, ivi 1894; G. Mori, P. Th. e la letteratura educativa in Italia... nella prima metà del sec. XIX, Caserta 1908; V. Battistelli, La moderna letteratura per l'infanzia, 2a ed., Firenze 1931, pp. 64-76; G. Fanciulli e E. Monaci, La letteratura per l'infanzia, Torino 1935, pp. 177-188.