Giansenista (Brescia 1737 - Pavia 1827). Sacerdote (1760), prefetto degli studî al collegio irlandese a Roma (1771-77), poi prof. di teologia morale all'univ. di Pavia (1778) e, nella stessa città, prefetto degli studî al collegio-seminario austro-ungarico; allontanato (1794) dall'insegnamento per la sua adesione al moto rivoluzionario francese, nel 1797 fu di nuovo prof. di filosofia morale, diritto naturale e pubblico all'università. Polemista vivace, amico di Scipione de' Ricci, fu promotore del sinodo di Pavia, e contribuì, con gli scritti e l'insegnamento, alla diffusione in Italia delle tesi giansenistiche. Il suo orientamento è già definito nel giovanile opuscolo De summa catholicae de gratia Christi doctrinae praestantia (1771), ma la sua più intensa attività di scrittore si sviluppò nel periodo pavese: oltre alle Lettere teologico-politiche (1794), frutto del suo periodo di insegnamento sono l'Ethica Christiana (4 voll., 1783-88); il De fontibus Sacrae Theologiae (3 voll., 1789); le Praelectiones de Ecclesia Christi (4 voll., post., 1845). Sostenitore della politica "illuminata" soprattutto nella lotta contro i beni e i privilegi ecclesiastici, T. venne sempre più accentuando le istanze filofrancesi e "giacobine".