SAVIO, Pietro
SAVIO, Pietro. – Nacque ad Alessandria il 10 ottobre 1838 da genitori agiati, Giuseppe Savio e Giuseppina Schiffi. Ebbe nove fratelli, tre dei quali morirono in giovanissima età; si conoscono i nomi solo degli altri sei, Carlo, Luigi, Felice, Carolina, Cecilia e Francesco. Il nonno Pietro aveva fondato nel 1812 l’omonima ditta, prima una casa commerciale e poi una fabbrica specializzata nella produzione di mobili in legno e ferro, passamanerie, serramenti, panchine destinate ai luoghi pubblici.
Dal 1848 frequentò in successione un piccolo istituto di Bosco Marengo tenuto dai fratelli De Michelis, il convitto nazionale di Alessandria e il Collegio situato tra Chambéry e la Motte Servolex, un pensionato diretto dai cosiddetti frati scolopi (chierici regolari poveri della madre di Dio delle Scuole pie). Iniziò la sua formazione professionale nel 1854 a San Cristoforo (Milano), facendo pratica presso la ditta dell’industriale Giulio Richard, proprietario di una fabbrica di porcellane e terraglie. Rientrò ad Alessandria tra il 1856 e il 1857, anno in cui morì la madre, quando venne inviato a Firenze per aprire e dirigere una succursale dell’azienda di famiglia ma, essendo rimasto coinvolto in turbolente vicende sentimentali con le proprietarie delle case in cui visse, nel maggio del 1867 – con poco denaro in tasca e qualche ‘commendatizia’ – preferì recarsi «nella regione più lontana della terra» (Ciapparoni La Rocca, 2013, p. 115), il Giappone, allo scopo di visitare i centri più importanti di produzione della seta, sia per apprendere le tecniche di allevamento dei bachi sia per cercare di stringere degli accordi diretti con gli allevatori senza passare per l’intermediazione, che avveniva a Yokohama. A partire dal febbraio 1868 svolse inoltre le funzioni di coadiutore presso il consolato italiano di Yokohama, e dalla fine dello stesso anno anche quelle di cancelliere. Da allora – dopo aver rifiutato una proposta di nomina a viceconsole italiano a Niigata – e fino al gennaio del 1881, fece la spola fra Italia e Giappone, dove tornò ben dodici volte (compì per sette volte la circumnavigazione del globo). In Giappone figurò spesso come residente temporaneo, e nel corso degli anni riuscì a diventare uno dei maggiori operatori italiani nell’acquisto dei cartoni di seme-bachi, grazie ai rapporti che riuscì a instaurare con alcuni importanti bachicultori e proprietari terrieri giapponesi.
Al ritorno dal suo ultimo viaggio fornì alcune mappe del Giappone per una mostra realizzata in occasione del III Congresso geografico internazionale (Venezia, 15-22 settembre 1881).
Negli anni successivi, oltre a continuare a occuparsi (fino al 1884) del commercio di seme-bachi e a dedicarsi alla redazione dei suoi diari, ricoprì diversi incarichi nella sua città natale: fu consigliere comunale dal 15 luglio 1886 al 13 luglio 1893; membro della Cassa di risparmio negli anni 1886, 1891 e 1896; rappresentante del ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio nella Scuola serale d’arti e mestieri. Secondo un necrologio apparso sulla rivista locale Fra Tranquillo (26 giugno 1904), di cui non esistono altri riscontri, sarebbe stato anche consigliere della Camera di commercio e amministratore della Banca d’Italia.
Cessato il commercio del seme-bachi, alla morte del padre (1884) ampliò l’attività dell’azienda di famiglia, che diresse personalmente prima di affidare questo incarico al fratello Felice e al figlio di questi, Massimiliano. A partire dal 1894 riprese a viaggiare; si recò in Spagna (capodanno 1895), a Capo Nord (estate 1895), in vari Paesi del bacino mediterraneo orientale (1894 e 1895), in Congo (1896), lungo la costa occidentale dell’Africa, in Algeria e nel Sahara (1896), in Brasile e in Argentina (1897), a Malta, in Libano, Palestina e India (1898), lungo la costa orientale dell’Africa e in Australia (1899), come raccontano in maniera dettagliata i suoi diari.
Morì a Santa Margherita Ligure il 19 giugno 1904.
Opere. La prima spedizione nell’interno del Giappone e nei centri sericoli, effettuatasi nel mese di giugno dell’anno 1869 da Sua Eccellenza il Conte de La Tour. Racconto particolareggiato del viaggio e delle nozioni speciali ottenute sull’allevamento dei bachi non meno che sulla coltivazione e sul prodotto del suolo giapponese, Milano 1870 (è corredato: in antiporta, da una carta geografica del Paese, tracciata dal geografo e cartografo francese Alexandre Vuillemin; nel testo, da 43 incisioni, che illustrano costumi, località e momenti dell’attività agricola del Giappone; in appendice, dall’estratto di un manuale giapponese di bachicultura – tradotto dallo stesso Savio – e da una relazione sul sistema giapponese per la coltivazione dei gelsi); Il Giappone al giorno d’oggi nella sua vita pubblica e privata, politica e commerciale. Viaggio nell’interno dell’isola e nei suoi centri sericoli, Milano 1875 (si tratta del resoconto del viaggio compiuto nel 1874 – assieme ai coniugi Luigi Canzi e Maria Antongini Canzi – nei distretti sericoli interni; è corredato da quattro carte geografiche, disegnate dallo stesso Savio, abile in questa attività – v. Zanier 2006, pp. 116 s.; dai marchi di certificazione dei cartoni semi-bachi da seta; dalla traduzione di un romanzo giapponese, O-Kiku-San); si vedano anche l’articolo – scritto insieme a L. Canzi – Notizie sull’interno del Giappone, in Bollettino della Società geografica italiana, IX (1875),12, pp. 49-51, e diversi articoli pubblicati su Il bacologo italiano.
Fonti e Bibl.: Lettere e telegrammi da lui inviati dal Giappone a parenti, amici e clienti furono pubblicati nelle riviste Il Casalese e Bullettino dell’agricoltura; notizie su di lui apparvero dal 1867 in poi su L’osservatore di Alessandria. Documenti a lui relativi si possono reperire nell’Archivio centrale dello Stato di Roma, nell’Archivio di Stato di Alessandria, nell’Archivio storico del ministero degli Affari esteri, nell’Archivio storico del Museo di storia naturale di Alessandria (Fondo Cornalia), nell’Archivio della Fondazione Pompeo e Cesare Mazzocchi di Coccaglio (Brescia). Il materiale più significativo per la sua biografia è costituito dai diari, in origine sei volumi rilegati in cuoio, conservati dagli eredi (famiglie Savio-Ratti) ad Alessandria, pubblicati in T. Ciapparoni La Rocca, Cav. P. S. di Alessandria: Giappone e altri viaggi, Roma 2013, pp. 105-362; in una prima parte (Autobiografia) narrano la sua gioventù, l’esperienza in Giappone e la cronistoria dei viaggi di andata e ritorno in quel Paese; in una seconda (Pagine staccate) i viaggi compiuti in altri Paesi, ma anche nelle vicine montagne piemontesi. Si vedano anche i manoscritti inediti di Matilde Sallier de la Tour (moglie del conte Vittorio Sallier de la Tour, primo ambasciatore italiano in Giappone, nel 1867-70), intitolati Yokohama. Voyage à l’intérieur du Japon, 1869, nell’archivio Savio-Ratti.
Una documentata ed esauriente monografia su Savio si trova nel citato libro di Ciapparoni La Rocca (pp. 45-84, passim); a essa si rinvia per un’esaustiva bibliografia, cui si possono aggiungere i contributi di L. Ramagno, Italia e Giappone nel secolo scorso. Una spedizione ai centri sericoli di Hondo, in Vie del mondo, VIII (1940), pp. 71-80, e soprattutto di C. Zanier, Semai. Setaioli italiani in Giappone (1861-1880), Padova 2006, ad indicem.