BARTOLI, Pietro Santo
Pittore, incisore al bulino e acquafortista, nato a Perugia nel 1635 circa e morto in Roma il 7 novembre 1700. Lavorò specialmente a Roma, scolaro di P. Lemaire e di Poussin. Secondo Lione Pascoli, dipinse di sua invenzione alcuni quadri nel casino di una villa del principe Borghese, altri nella chiesa di Porto e uno in S. Pietro in Vincoli, ma rivelò soprattutto la sua abilità nel copiare pitture antiche così da ingannare l'occhio più sperimentato (acquerelli originali nella Biblioteca nazionale di Parigi, editi dal Mariette, nel 1747). Fu soprattutto fecondo incisore delle antichità romane, che egli studiava sul posto con attenti disegni. A bulino riprodusse anche pitture di Raffaello, di Annibale Carracci, del Lanfranco, del Mola, di Giulio Romano, di Pietro Testa, di Polidoro da Caravaggio. Nel 1677 eseguì le tavole per la riproduzione del codice Virgiliano della Vaticana stampata a Roma nel 1741. Il Pascoli attesta che guadagnò somme ingenti con le sue stampe e che possedeva un raro e ricco museo. Sebbene duro nel taglio e di scarse risorse tecniche ebbe il merito di diffondere con la serie delle sue incisioni la conoscenza di opere d'arte poco note o scomparse, come i graffiti dipinti da Polidoro da Caravaggio nel palazzo della Maschera d'oro a Roma, le gemme del museo Odescalchi (Roma 1747), le antiche lucerne figurate (Roma 1691), le pitture del sepolcro dei Nasoni (Roma 1702).
Bibl.: L. Pascoli, Vite dei pittori, scultori ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 228-233; G. Grilli, Le pitture a graffito e chiaroscuro di Polidoro e Maturino sulle facciate delle case a Roma, in Rass. d'arte, V (1905), pp. 98-102; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908.