RICALDONE, Pietro
RICALDONE, Pietro. – Nacque a Mirabello, in provincia di Alessandria, il 27 luglio 1870 da Luigi e da Candida Raiteri; suo fratello Francesco era maggiore di otto anni.
Fu prete cattolico e nel periodo dal 1931 al 1951 rettor maggiore della Società salesiana. Il padre, un agricoltore agiato, fu sindaco di Mirabello, mentre lo zio paterno, don Giuseppe, fu docente di teologia morale nel seminario diocesano di Casale Monferrato.
Dopo aver frequentato i primi due anni di scuola elementare a Mirabello, fu per due anni nel collegio salesiano di Alassio, in Liguria, e poi per tre anni in quello di Borgo San Martino, nelle vicinanze di casa. Si trasferì poi nel 1883 al collegio Trevisio di Casale Monferrato per frequentare il Regio ginnasio della città. Nel 1885 entrò nel seminario diocesano e dall’autunno del 1888 frequentò il seminario salesiano di Valsalice, a Torino, dove rimase fino al 1890, quando emise i voti perpetui; fu quindi inviato in Spagna per l’apertura di una nuova casa della congregazione a Utrera, nelle vicinanze di Siviglia, dove gli fu affidato l’insegnamento ai bambini delle classi elementari.
Assolti in Italia gli obblighi di leva nel 1891, al suo ritorno in Spagna fu incaricato di avviare l’oratorio nel sobborgo popolare della Trinidad, a Siviglia. Dopo aver conseguito il baccelierato di secondo grado, si iscrisse all’Università di Siviglia, ma sostenuti gli esami del primo anno non riuscì a continuare gli studi a causa dei crescenti impegni nella congregazione salesiana. Nel 1893 fu infatti ordinato sacerdote e l’anno successivo fu nominato direttore dell’opera salesiana della capitale andalusa, dove contribuì alla fondazione di scuole professionali, di una tipografia, di una collana editoriale, delle scuole elementari e del liceo. Nel 1902 fu nominato ispettore delle case salesiane dell’Andalusia. Durante il suo mandato, ampliò le iniziative esistenti e promosse l’apertura di quattro nuove case per la formazione dei religiosi salesiani e l’istruzione dei giovani; particolare cura dedicò alla divulgazione di più aggiornate tecniche di coltivazione attraverso la fondazione di scuole agrarie e le pubblicazioni della collana Biblioteca agraria solariana (ispirata alle indicazioni del gruppo di studiosi guidato a Parma da Stanislao Solari e dal salesiano Carlo Baratta) che ebbe notevole diffusione in Spagna e America Latina. Autore dei primi due volumi della collana, Ricaldone univa alle indicazioni per il miglioramento delle tecniche di coltura alcune caute proposte di riforma sociale a favore degli ambienti contadini, anche con l’intento di contrastare la diffusione delle idee e dei movimenti di ispirazione laica e socialista.
Nel 1908 i suoi superiori lo inviarono in Sudamerica come visitatore delle istituzioni salesiane. Ritornato l’anno successivo a Siviglia, fu richiamato a Torino nel 1911, su suggerimento del prefetto generale della congregazione, don Filippo Rinaldi, per far parte del capitolo generale, con l’incarico di seguire le scuole professionali dell’Ordine. Durante il suo mandato, nonostante le difficoltà provocate dalla Grande Guerra, diede impulso all’organizzazione delle scuole esistenti e alla fondazione di nuovi centri di formazione professionale. Per Ricaldone, in continuità con gli orientamenti del fondatore don Giovanni Bosco, l’istruzione professionale doveva offrire ai giovani sia un’aggiornata preparazione tecnica sia una formazione religiosa e morale che permettesse loro di difendere i valori cristiani negli ambienti di lavoro e allontanarli da idee e movimenti considerati ‘sovversivi’.
La conoscenza della complessa opera salesiana e le visite agli istituti in Italia e all’estero (Stati Uniti, Messico, Spagna, Algeria, Palestina) gli permisero di affinare le sue capacità organizzative, tanto che nel 1922 fu eletto prefetto generale della congregazione, a fianco del nuovo rettor maggiore don Rinaldi. Particolare attenzione prestò alle missioni salesiane all’estero e alla formazione teologica e pedagogica dei religiosi, anche per preparare i giovani che, in numero crescente, erano intenzionati a entrare nell’Ordine. Tra il 1926 e il 1927 visitò tutte le case salesiane in Estremo Oriente.
Eletto nel 1932 rettor maggiore dei salesiani, Ricaldone orientò il suo governo all’ampliamento e al consolidamento delle iniziative della congregazione: promosse la fondazione di nuove case in Italia e all’estero per l’istruzione scolastica, la formazione professionale e l’assistenza religiosa dei giovani; portò a conclusione le iniziative per la canonizzazione di don Giovanni Bosco (1934) e della fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, madre Maria Mazzarello (1951), per i cui festeggiamenti si registrarono una vastissima partecipazione popolare e la presenza di autorità religiose e civili; ottenne nel 1940 il riconoscimento pontificio per l’Ateneo salesiano (con le facoltà di teologia, diritto canonico e filosofia). Oltre a essere autore di testi educativi, morali e di spiritualità primariamente rivolti agli ambienti salesiani, dedicò particolare attenzione ai progetti editoriali dell’Ordine: nel 1933 fu inaugurata la collana Corona patrum salesiana, per l’edizione di opere patristiche latine e greche; fondò nel 1941 la casa editrice Libreria della dottrina cristiana (Ldc); favorì il completamento delle Memorie biografiche di don Bosco e degli Annali della società salesiana; valorizzò e rilanciò nella rete delle istituzioni salesiane alcune originali esperienze pedagogiche e assistenziali nate localmente, come le iniziative a favore dei ‘ragazzi di strada’ delle borgate romane.
Ricaldone confermò la tendenza, costante nella storia della congregazione salesiana, a favorire l’intesa con le autorità pubbliche e, più in generale, con i ceti dirigenti. In Italia, tale strategia si tradusse nella richiesta al regime fascista di riconoscimento del ruolo delle istituzioni salesiane e, dopo la guerra, nel sostegno elettorale alla Democrazia cristiana. Il mantenimento di relazioni positive con numerosi imprenditori contribuì al finanziamento delle opere salesiane e assicurò uno sbocco professionale a molti allievi delle scuole, ai quali era impartita un’educazione religiosa che rifletteva il quadro culturale di don Ricaldone, orientato a difendere il cristianesimo e la società da quello che era considerato il pericolo del ‘materialismo ateo’ comunista. Promosse accordi con la dirigenza di alcune imprese industriali per l’assistenza religiosa e sociale agli operai; in particolare, la cordialità dei suoi rapporti con il senatore Giovanni Agnelli e la convergente intenzione di mantenere un armonico ordine sociale favorirono una duratura collaborazione tra la FIAT e la congregazione.
Durante la guerra, il rettor maggiore aprì le istituzioni salesiane all’ospitalità di numerosi orfani e giovani in difficoltà a causa del conflitto. Dopo l’8 settembre 1943 acconsentì che nelle case italiane non soltanto fosse data assistenza agli sfollati, ma fossero anche nascosti numerosi militari in fuga, partigiani ed ebrei; in Piemonte, svolse direttamente opera di mediazione con le autorità fasciste e nazionalsocialiste per ottenere la liberazione di detenuti e per lo scambio di prigionieri con le bande della Resistenza; favorì in seguito il rifugio e l’espatrio di qualche esponente del fascismo, tra cui il quadrumviro Cesare Maria De Vecchi. In vista del referendum istituzionale del 1946, la famiglia reale chiese a don Ricaldone l’appoggio dei salesiani, anche in nome del ripetuto sostegno garantito dai Savoia alle istituzioni fondate da don Bosco; nonostante alcune riluttanze presenti nella congregazione, il rettor maggiore inviò una lettera riservata ai confratelli italiani, chiedendo di votare per la monarchia.
Anche a causa di problemi di salute, Ricaldone delegò ad altri componenti del capitolo generale la visita sistematica alle opere salesiane diffuse nel mondo, conducendo prevalentemente la congregazione salesiana dalla casa madre di Torino. Qui morì il 25 novembre 1951.
Opere. Ricaldone pubblicò numerosi libri sui temi dell’istruzione professionale e della formazione religiosa, alcuni dei quali tradotti in più lingue: El clero, la agricultura y la cuestión social, Sevilla 1903; Los labradores, la agricoltura y la cuestion social, Sevilla 1903; Las leguminosas y los cereales. Estudio critico cientifico, Sevilla 1904; El problema forrajero, I-VII, Sevilla 1905-1919; Cooperamos a la salvación de la juventud, Sevilla 1906; Il Cooperatore salesiano, Torino 1916; Noi e la classe operaia, Bologna 1917; L’esercizio di buona morte. Manuale pel ritiro mensile, Torino 1918; Scuola agricola salesiana. Norme per gli edifizi ed il loro arredamento,Torino 1922 (con M. Ceradini); Salviamo i nostri fratelli, Torino [1928]; Pensar bene di tutti, parlar bene di tutti, far del bene a tutti, Torino 1933; Santità è purezza, Torino 1935; Fedeltà a Don Bosco Santo,Torino 1936; Povertà, Torino 1938; Oratorio festivo, catechismo, formazione religiosa, Torino 1940; I voti, I-II, Colle Don Bosco 1944; Le virtù, I-III, Colle Don Bosco 1945-1951; Le virtù teologali, I-III, Colle Don Bosco 1945-1950; La Pietà. Maria Ausiliatrice. Il Papa, Colle Don Bosco 1951; Don Bosco educatore, I-II, Colle Don Bosco 1951-1952; La Pietà. Vita di pietà. L’Eucaristia. Il Sacro Cuore, Colle Don Bosco 1955; Le virtù cardinali, Torino 1965.
Fonti e Bibl.: Le carte di Pietro Ricaldone e numerosi documenti utili alla ricostruzione della sua biografia sono conservati nell’Archivio salesiano centrale, a Roma; puntuali notizie sulla sua attività, in particolare per gli anni della sua presenza ai vertici della congregazione, sono presenti nelle diverse edizioni del Bollettino salesiano pubblicate in varie lingue. Alcuni di questi documenti sono stati digitalizzati e sono consultabili attraverso il sito sangiovannibosco.net. Per alcune ricostruzioni biografiche, cfr. G. Donna d’Oldenico, Don P. R. sociologo ed agronomo, in Annali dell’Accademia di agricoltura di Torino, 1952, vol. 94; G.A. di Ricaldone, Gli avi di don P. R. rettor maggiore dei Salesiani, Casale Monferrato 1967; F. Rastello, Don P. R. IV successore di Don Bosco, I-II, Roma 1976; E. Valentini, Don P. R. Profilo, Roma 1977; Don P. R. Quarto successore di Don Bosco: 1932-1951. A cinquant’anni dalla morte, 25 novembre 1951, a cura di S. Frigato, Torino 2001. Informazioni sulle iniziative promosse da Ricaldone sono presenti in studi sulla storia della congregazione salesiana nella prima metà del Novecento; cfr. in particolare P. Bairati, Cultura salesiana e società industriale, e P. Stella, La canonizzazione di don Bosco tra fascismo e universalismo, in Don Bosco nella storia della cultura popolare, a cura di F. Traniello, Torino 1987, rispettivamente pp. 331-357 e 359-382; A. Giraudo, Salesiani in Piemonte nel periodo bellico: percezione degli eventi e scelte operative, in Cattolici, ebrei ed evangelici nella guerra. Vita religiosa e società 1939-1945, a cura di B. Gariglio - R. Marchis, Torino-Milano 1999, pp. 165-218.