PIETRO RAREŞ IV, voivoda di Moldavia
Figlio naturale di Stefano il Grande, aspirava già al trono di Moldavia quando questo era occupato da Bogdan III il Cieco (1504-1517), ma l'ottenne solo dopo la morte di Stefano IV il Giovane (Ştefăniţă), avvenuta il 14 gennaio 1528: fu proclamato voivoda dai boiardi fuorusciti; dovette però pagare diecimila fiorini alla Porta per ottenere il riconoscimento. Ambiziosissimo, si trovò ad occupare il trono di Moldavia in un momento particolarmente delicato, per la nuova situazione creatasi nella vicina Ungheria dopo la disfatta di Mohács. Per il trono d'Ungheria lottavano allora Ferdinando d'Asburgo, eletto dai magnati, e Giovanni Zápolya, sostenuto dal partito nazionale, formato dalla piccola nobiltà. Sollecitato da ambedue di aiuto, in cambio di compensi territoriali, P. parve appoggiare dapprima l'Asburgo, ma si gettò subito dopo completamente dalla parte del voivoda transilvano Zápolya, stringendo nel maggio 1529 il patto di Lippa (romeno Lipova), per il quale in cambio dei suoi servigi doveva ricevere in Transilvania oltre a Ciceul (ungh. Csikcsicsó) e Cetatea de Baltă (ungh. Küküllövár), che erano state già in possesso moldavo dopo la donazione del 1475, anche UnguraŞ (Bálványosváralia), Bistriţa (Besztercze) e tutta la valle della Rodna, territorî però che Pietro avrebbe dovuto conquistarsi.
Il 22 giugno 1529 a Feldioara (Földvár) l'esercito moldavo sconfisse quello di Ferdinando in modo decisivo, assicurando un successo allo Zápolya e conquistando una parte dei territorî promessi. Qualche anno più tardi, desideroso di conquiste, P. volle annettersi la Pocuzia, che era stata occupata da suo padre e restituita da Bogdan alla Polonia. Il 22 agosto 1531 P. subì una clamorosa sconfitta a Obertyn, ove i Moldavi non seppero far uso dei cannoni conquistati a Feldioara. Man mano però cominciò ad essere malvisto dalla Porta, sia per l'uccisione di Alvise Gritti, figlio bastardo di un doge veneziano e inviato dalla Porta (1534), sia per un patto di alleanza concluso con Ferdinando (1535). P. meditava perfino di muover guerra allo stesso Sultano e di marciare su Costantinopoli, con un esercito formato da Romeni di tutti i territorî e con la protezione di Ferdinando. Ma la sorte fu diversa e Solimano, conquistata Buda, assediava Vienna, mentre i Polacchi marciavano su Hotin. P. fu costretto a fuggire in Transilvania (1538). Ma nel 1541, andato a Costantinopoli, riuscì a scolparsi dalle accuse e ad essere nominato ancora voivoda, tanto più che dopo l'uccisione di Stefano V detto Lăcustă (cavalletta), il cui regno era durato solo due anni, i boiardi avevano eletto voivoda Alessandro III Cornea, che si era dimostrato assai ostile alla Turchia. Vinto il Cornea e decapitatolo, P. fu di nuovo padrone della Moldavia, che tenne ancora per cinque anni, sempre aspirando a nuove conquiste e giocando d'astuzia, sapendosi però barcamenare fra Cristiani e Turchi. Morì nel settembre 1546.
Bibl.: I. Ursu, Petru RareŞ, Bucarest 1923 (cfr. Iorga, Rev. istorică, X, p. 297 segg.), buona monografia riassuntiva; I. Ursu, Die auswärtige Politik des Peter RareŞ Fürst von Moldau, Vienna 1908; N. Iorga, Geschichte des rum. Volkes, I, Gotha 1905, p. 375 segg. (ed. romena 1925, II, pp. 158-175); V. Motogna, in Transilvania, Banatul, CriŞana, MaramureŞul 1918-28, I, Bucarest 1929, p. 53 segg.; G. Szekfü, Magyar történet a XVI sz., Budapest s. a., p. 298 segg.