Piovani, Pietro
Filosofo italiano della morale e del diritto (Napoli 1922 - ivi 1980). Fu prof. (dal 1953) nelle univv. di Trieste, Firenze, Roma e Napoli. Sensibile ai problemi del soggetto nella società (Normatività e società, 1949), vide nel diritto il segno della mediazione tra particolare e universale (Linea di una filosofia del diritto, 1958; La filosofia del diritto come scienza filosofica, 1963). Affrontò poi temi tipici dello storicismo critico proponendo una esistenzializzazione della storia insieme con una storicizzazione dell’esistenza (Filosofia e storia delle idee, 1965; Conoscenza storica e coscienza morale, 1966; Principi di una filosofia della morale, 1972). Alla base dello ‘storicismo critico-problematico’ di P. vi è la riflessione sulla natura etica dell’individualità, concepita innanzitutto come concretezza, e di conseguenza come storicità, e come ‘finitezza’. Questo riconoscimento rende possibile una seconda assunzione, vale a dire il fatto che l’individuo si costituisce attraverso la propria relazione con l’altro. La strutturazione dell’ethos è dunque per P. il risultato della relazionalità degli uomini, individualità storiche sempre in fieri. Risolvendo l’individualità nella sua relazionalità, P. lega così l’ispirazione fondamentale propria della filosofia morale kantiana (cioè la prevalenza conferita alla coscienza individuale) con l’eredità della scuola storica, di Hegel e di Croce, in modo da disegnare una convergenza tra diritto ed etica. Tra le altre sue opere si segnalano: Il significato del principio di effettività (1953); La teodicea sociale di Rosmini (1957); Giusnaturalismo ed etica moderna (1961); Oggettivazione etica e essenzialismo (post., 1981).