SANGALLO (San Gallo, San Galli, Sangalli), Pietro Paolo da
SANGALLO (San Gallo, San Galli, Sangalli), Pietro Paolo da. – Pochissime le notizie che abbiamo intorno a questo autore: non sappiamo infatti quando è nato – presumibilmente a Firenze, intorno alla metà del XVII secolo – né chi fossero i suoi genitori.
Seguì sicuramente gli studi di medicina a Pisa dove ebbe come maestro il medico empolese Giuseppe Del Papa (1648-1735), lettore presso quella Università a partire dal 1677, conseguendo la laurea nel 1679. Fu proprio attraverso l’intermediazione di Del Papa, grande estimatore delle capacità del brillante allievo, che Sangallo entrò in contatto, concluso il percorso di studi, con Francesco Redi.
La corrispondenza intercorsa tra Redi e Del Papa fornisce importanti informazioni che consentono di collocare Sangallo, sulla scia di Del Papa, nel partito dei novatores all’interno del duro scontro con i sostenitori della tradizione che in quegli anni infiammava l’ateneo pisano. Quattro delle proposizioni progettate per le Conclusioni, stampate a Bologna e oggi perdute, che Sangallo avrebbe dovuto discutere pubblicamente, come di consueto dopo il conseguimento del dottorato, incorsero infatti nelle maglie della censura, sollevando lo sdegno di Marcello Malpighi.
Dopo la laurea, Sangallo proseguì la propria formazione sotto la protezione e l’insegnamento dell’archiatra granducale: il titolo stesso della sola opera data alle stampe a Firenze nel novembre del 1679, le Esperienze intorno alla generazione delle zanzare, non potrebbe rendere più manifesta – in aggiunta a quanto costantemente dichiarato dall’autore – la linea di continuità con le rediane Esperienze intorno alla generazione degli insetti.
Redatte in forma di lettera indirizzata a Redi, le Esperienze forniscono il dettagliato resoconto di una sperimentazione – iniziata il 20 di giugno e protrattasi fino alla metà di agosto del 1679 – volta a confermare anche relativamente al caso delle zanzare la modalità di generazione parentale dimostrata poco più di un decennio prima dal maestro per altre specie di insetti. La metodologia ricalca fedelmente quella attuata da Redi: con acqua stagnante prelevata dai vivai di Poggio Imperiale vennero riempiti – «all’altezza di sei dita traverse» – due vasi, uno dei quali venne lasciato «aperto all’aria libera nella mia casa», mentre l’altro invece «con la bocca ben chiusa» (Esperienze..., 1679, p. 7).
Il seguito non desterà certo stupore a un lettore delle Esperienze rediane: delle zanzare cominciarono ad aggirarsi intorno al vaso aperto e soltanto quattro giorni dopo l’inizio della sperimentazione (il 24 giugno) Sangallo poté osservare al suo interno «alcuni vermicciuoli tanto piccoli, e minuti, che appena cadevano sotto l’occhio, né si poteva distinguere la loro figura [...]. Nel vaso chiuso – annotava – fin’ora non v’è mai nato verme veruno» (p. 8).
Per impedire che le zanzare eventualmente nate da tali ‘vermicciuoli’ potessero volar via, il vaso venne chiuso con «carta forata con uno spillo» (ibid.). Nei giorni seguenti fu possibile assistere al loro progressivo accrescimento e differenziazione descritti e raffigurati – nelle fasi che oggi identifichiamo come stadio di larva e di pupa – nella tavola che correda il testo, disegnata – si precisa – avvalendosi dell’ingrandimento consentito da «un povero microscopio d’una sola lente» (p. 9). Tra il 1° e il 6 agosto la trasformazione era finalmente compiuta e tutte le «replicate» e «reiterate» esperienze che seguirono dimostrarono con certezza assoluta che i vermicciuoli dai quali si sviluppavano le zanzare non erano affatto frutto dell’acqua putrida e stagnante ma dei «semi, o uova partorite nell’acqua, poiché nell’acque serrate non nacquero mai tali animaluzzi» (p. 14). L’operetta si concludeva con una rassegna dei metodi adottati in varie epoche e in vari luoghi per tenere lontane queste moleste creature, «contro le quali un bel riparo mi sembra – conclude Sangallo con un pizzico di ironia – quello solo, ed unico, che fu ritrovato unicamente da’ pescatori dell’Egitto, cioè a dire un buono Zanzariere, che perfettamente circondi il letto, e a’ nostri tempi sia fatto di gentilissimo velo di Bologna» (p. 20).
Le Esperienze divennero ben presto introvabili e il loro autore – come Redi scrive a Giuseppe Lanzoni – morì poco dopo averle pubblicate, probabilmente a Firenze.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi, 213 (corrispondenza tra Francesco Redi e Giuseppe Del Papa); Ashburnham, 1107 (corrispondenza tra Francesco Redi e Giuseppe Lanzoni); scheda P.P. da S., a cura di W. Bernardi, in: http://www. francescoredi.it (6 settembre 2017).
N. Lanzani, Vero metodo di servirsi dell’acqua fredda nelle febbri, Napoli 1723, p. 259; P. Galluzzi, Libertà scientifica, educazione e ragion di stato in una polemica universitaria pisana del 1670, in Atti del XXIV Congresso nazionale di filosofia..., L’Aquila... 1973, II, 2, Roma 1974, pp. 404-412; U. Baldini, Giuseppe Del Papa, in Dizionario biografico degli Italiani, XXXVIII, Roma 1990, pp. 212-215; F. Redi, Esperienze intorno alla generazione degl’insetti, introduzione a cura di W. Bernardi, Firenze 1996, pp. 5 s.; V. Campinoti, Galileo contro Aristotele nello Studio di Pisa, in Galilaeana. Journal of Galilean Studies, III (2006), pp. 217-228 (in partic. p. 220); B. Baccetti - R. Nannelli, P. P. da S. e gli epigoni del Cimento, in Prime esperienze sulla generazione delle zanzare, Firenze 2007, pp. 9-15; S. Gómez López, Dopo Borelli: la scuola galileiana a Pisa, in Galileo e la scuola galileiana nelle Università del Seicento, a cura di L. Pepe, Bologna 2009, pp. 223-232.