CAPELLO, Pietro Paolo
Nacque a Gorizia (secondo il Codelli a Terzo d'Aquileia) il 1º luglio 1694 da Santo e Barbara Scagnetti. Terminate le scuole d'umanità, entrò nella Compagnia di Gesù e si iscrisse all'università di Graz, dove studiò filosofia e teologia conseguendo la laurea; il 21 sett. 1723 fu ordinato sacerdote. Lasciata la Compagnia, si trasferì a Venezia, dove si dedicò a perfezionare le proprie conoscenze della lingua latina. Frutto di questa felice parentesi di studi sono gli Aphorismi de puritate,elegantia,copia latini sermonis,re poëtica,rethorica sacra et profana,historia discenda et scribenda,vera variaque eruditione comparanda (Venetiis 1730), che probabilmente gli valsero l'iscrizione alla Accademia albrizziana e la nomina a direttore del seminario (1733). Curò inoltre la traduzione in latino delle opere del cardinale F. M. Casini (Casini cardinalis opera omnia ex Italico in Latinum translata, Augustae Vindel. 1730-40, tomi quattro), e compose varie poesie sacre o profane.
Dal 1734 al 1737 fu confessore delle monache cappuccine di Udine, incarico conferitogli dal patriarca di Aquileia mons. Daniele Dolfin. Nel 1737 fu nominato segretario del principe Scipione di Santa Croce, che da Maria Teresa venne poi prescelto nel 1740 come ambasciatore straordinario presso la S. Sede in vista del conclave che doveva eleggere il successore di Clemente XII. Per il C. questa fu l'occasione per imporsi all'attenzione del governo di Vienna e lasciare il Friuli in vista dell'assunzione di cariche di notevole rilievo; stimato e aiutato da Giuseppe Maria Thun, auditore di Rota e proministro imperiale a Roma, fu designato a sostituirlo nella trattazione di varie questioni diplomatiche.
Si trattenne presso la corte pontificia per alcuni anni, sempre attento promotore degli interessi del governo cesareo: tra l'altro si fece attivo sostenitore, assieme al padre Agostino Maria da Lugano, delle ragioni dell'Austria nella spinosa controversia per il vescovado di Gorizia. Il soggiorno romano gli offrì anche l'occasione per continuare i prediletti studi di teologia e filosofia, di cui peraltro non ci è rimasto alcun ricordo scritto.
Verso la metà del 1742 fu richiamato a Gorizia; già "canonicus austriacus" del capitolo di Aquileia (10 ag. 1741), dopo la soppressione del patriarcato aquileiese e l'erezione dell'archidiocesi di Gorizia (1751), nel 1752 fu nominato canonico di questo ultimo capitolo metropolitano.
Conservò questo beneficio per il resto della vita che trascorse serena e nel costante fervore di studi classici ed eruditi. Unica testimonianza della sua attività in questo periodo è una scrittura del 2 ott. 1738, dal titolo Confutazione storica cronologica del patriarcato di Aquileja, che il Morelli di Schönfeld (p. 271) asserì di aver visto in alcune copie manoscritte.
Morì a Gorizia il 4 apr. 1775.
Fonti e Bibl.: Gorizia, Arch. storico prov. Biblioteca e Musei provinc., Atti degli Stati Provinciali, n. 497, Atti del capitolo di Aquileia,1656-1766; n. 552, Capitolo di Aquileia: abolizione del patriarcato ed erezione del vescovato di Gorizia,1746-1754; Gorizia, Archivio del capitolo, Liber primus sessionum capitularium (ab anno 1750 ad a. 1762); Liber secundus sessionum Capituli ab anno 1762 ad a. 1789, f.382; P. A. Codelli, Gli scrittori friulano-austriaci degli ultimi due secoli, Gorizia 1792, pp. 69-71; C. Morelli di Schönfeld, Istoria della contea di Gorizia, III, Gorizia 1855, pp. 269-271; F. Di Manzano, Cenni biogr. dei letterati ed artisti friulani dal sec. IV al XIX, Udine 1885, p. 51; C. v.Wurzbach, Biograph. Lexikon des Kaiserthums Österreich, II, pp. 274 s.