BISSARI, Pietro Paolo
Primogenito di Sforza, conte di Costafabbrica (oggi Costabissara) e Castelnuovo, e di Giulia Trento, nacque a Vicenza nel 1595. Si addottorò in legge prima del 1620, ma non esercitò la professione, limitandosi ad amministrare il cospicuo patrimonio che il padre, morto nel 1616, aveva lasciato alla famiglia. I suoi legami con una donna sposata, Isabella Largari, gli impedirono di formarsi una famiglia legale: ma si occupò amorevolmente dei figli e poi dei nipoti, pur evitando di ledere gli interessi patrimoniali del ramo legittimo dei Bissari.
Nel 1619, già ascritto come Rincorato all'Accademia Olimpica di Vicenza, il B. pubblicava la sua prima opera, l'idillio Le nozze fatali; riceveva intanto il delicato incarico di dirimere, come "provveditore sopra la pace", le controversie della rissosa nobiltà vicentina, acquistandosi durante la sua lunga magistratura - protrattasi forse ininterrottamente almeno fino al 1638 - larga fama di esperto in questioni cavalleresche. La sua fama e il suo rango gli ottennero nel 1625 l'ammissione all'Ordine dell'Immacolata Concezione, di cui il 1º ag. 1626 riceveva le insegne di cavaliere commendatore.
Nel 1640 l'Accademia Olimpica lo inviò con A. Loschi a Venezia per chiedere un sussidio che consentisse il riattamento del Teatro Olimpico e la ripresa degli spettacoli; dato il successo della missione, fu decretata ai due, e principalmente al B. un'iscrizione latina sulla porta del teatro. Due anni dopo fu eletto principe degli olimpici, carica che in seguito rivestì forse continuativamente sino al 1651, e con certezza dal 17 febbr. 1646 al 5 marzo 1651. Tra il dic. 1642 e il marzo 1643 fu tra gli oratori inviati a Venezia per deprecare l'abolizione della magistratura vicentina del consolato e per difendere gli interessi economici del Comune.
Durante i soggiorni veneziani il B. fu ascritto all'Accademia degli Incogniti, dove lesse tre mediocri racconti, pubblicati tra le notissime Novelle amorose, ed ebbe modo di conoscere il melodramma, cui indirizzò tutte le sue energie di dilettante appassionato. Esercitatosi in vari intermezzi musicali, rappresentò finalmente a Vicenza, tra il '44 e il '47,Le vendette rivali; nel '48 la Torilda, rappresentata a Venezia con la musica del Cavalli, lo consacrava autore teatrale. In quest'anno pubblicò anche, a Venezia, tutte le sue opere: nel volume dei Trattenimenti academici furono edite Le scorse olimpiche, i discorsi cioè di vario argomento tenuti all'Accademia Olimpica, e La pace guerriera, cartelli di sfida e componimenti poetici in occasione di tornei; il primo volume dei Trattenimenti poetici,Le stille d'Hippocrene, raccoglie le liriche, quasi tutte a sfondo mondano. Il secondo volume,I Coturni di Euterpe, raccoglie i suoi primi tentativi drammatici: La Torilda,Le vendette rivali,Il confine di Carnovale con la Quadragesima,Il Convito,La corona delle Hesperide,Il Pensiero ne' Chiostri e Le Deità in Parnaso, in ordine probabilmente inverso a quello cronologico della rappresentazione. In queste opere la ricerca barocca del nuovo e del meraviglioso si attua più che nell'espressione, generalmente opaca, nella ricchezza della scenografia: più volte, nelle prefazioni dei suoi drammi, il B. ricorda di aver dedicato pochissimi giorni alla stesura letteraria, occupando quasi tutto il tempo disponibile nella preparazione delle scene. Dopo La Torilda, romanzesca storia degli amori d'una principessa norvegese, rinnovò i suoi successi veneziani nel 1650 con La Bradamante, anch'essa musicata dal Cavalli, farraginosa rielaborazione dal poema ariostesco.
Il B. fondava intanto a Vicenza nel 1649 l'Accademia dei Rifioriti, dandole sede nel proprio palazzo; il 5 marzo 1651 abbandonò il principato dell'Accademia Olimpica, restandone consigliere sino all'11 ottobre. Dopo aver preparato a Venezia un ultimo spettacolo - una sfilata di tredici macchine - per festeggiare una vittoria veneziana sui Turchi, la sua attività si restrinse alla città natale, dove nel corso di un decennio preparò, per musicisti ignoti, quattro melodrammi.
Nel carnevale 1656 la sua Angelica in India fu il primo melodramma rappresentato a Vicenza per un pubblico pagante: ispirato anch'esso all'Ariosto, narra le avventure di Angelica e Medoro in viaggio verso il Catai. Seguirono nel 1658 Euridice di Tessaglia, "aborto notorio di 5 giorni, occupati in cure più gravi" per confessione del B. stesso; nel 1659 La Romilda, il più scaltritamente costruito, pur nei soliti limiti, dei suoi drammi; nel 1661 L'Endimione, in cui a un'estrema povertà di contenuto fa riscontro un uso ormai parossistico delle macchine.
Proprio tale abilità tecnica dovette far superare alla sua fama il limite dell'ambiente provinciale in cui il B. agiva, tanto che la corte di Baviera gli commissionò un dramma per festeggiare la nascita di una principessa. Nacque così L'Erinto, macchinosa rappresentazione della vita leggendaria di Arrigo II, rappresentato con la musica di G. G. Kerl a Monaco nel 1661; la grandiosità delle scene - tra cui una rappresenta il crollo nel fiume di un ponte carico di comparse - dovette esser particolarmente gradita alla corte. L'elettore Ferdinando Maria nominò l'autore suo gentiluomo di camera, e nel maggio 1662 lo chiamò a Monaco per dirigere le feste in occasione della nascita del primogenito.
In settembre tutto era pronto: il B. rappresentò il 24 La Fedra incoronata, il 26 L'Antiopa giustificata, il 1º ottobre La Medea vendicativa. Di essi l'unico che sia veramente un melodramma e che sia stato con certezza musicato dal Kerl è La Fedra, serie slegata di spettacolose scene mitologiche; L'Antiopa è la sfarzosa scenografia del torneo combattuto in onore dell'erede al trono di Baviera, cui partecipò anche il B.; La Medea infine fu essenzialmente uno spettacolo pirotecnico, allestito per prudenza fuori di Monaco.
Il 1º nov. 1662 il B. era di nuovo a Vicenza, di dove mantenne cordiali rapporti epistolari con Monaco, sperando che i buoni uffici dell'elettrice vedova gli ottenessero la direzione dei festeggiamenti che l'imperatore Leopoldo I preparava a Vienna per le proprie nozze; ma l'attuazione del progetto fu frustrata dalla morte del B., sopravvenuta a Vicenza il 23 apr. 1663.
Opere: Le nozze fatali de' molto Ill.ri Sig.ri Conti G. Bissaro e F. Barbarana,Idillio, Vicenza 1619; Novelle Amorose de i signori Accademici Incogniti..., II, Venezia 1643, pp. 25 s.; III, ibid. 1651, pp. 80 s.; Le Scorse Olimpiche,Trattenimenti Academici... Libro primo (a p. 365: La Pace Guerriera,Tratten. Acad..., Libro secondo), Venezia 1648; Le stille d'Hippocrene,Trattenimenti poetici... Libro primo, Venezia 1648 (un sonetto fu pubblicato dal Croce a p. 206 dei Lirici marinisti, Bari 1910); La Torilda, Venezia 1648 (pubblicata anche nei Coturni, ebbe altre edizioni, tra cui una, ridotta da cinque a tre atti, a Genova nel 1652 per una nuova rappresentazione); I Coturni d'Euterpe,Trattenimenti poetici... Libro secondo, Venezia 1648; La Bradamante, Venezia 1650 (riedita a Milano nel 1658 per una nuova rappresentazione); Gli Arcani dell'Apocalissi, Vicenza s.a.; Angelica in India, Vicenza 1656; La mensa de gli dei, ibid. s.a.; Euridice di Tessaglia, ibid. 1658; La Romilda, ibid. 1659; L'Endimione, ibid. 1661; L'Erinto, Monaco 1661 (riedita a Monaco nel 1671 per nuova rappresentazione); Fedra incoronata, Monaco 1662; Antiopa giustificata, ibid. 1662; Medea vendicativa, ibid. 1662.
Bibl.: G. Brognoligo,La vita di un gentiluomo italiano del Seicento. Il conte P. P. B. Vicentino, in Studi di letter. ital., VIII (1908), pp. 292-400, e IX (1912), pp. 1-37; A. Belloni, in Giorn. stor. della letter. ital., LVI (1910), pp. 186-188; Id.,Il Seicento, Milano 1929, pp. 424-25, 438; G. Jannaco,Il Seicento, Milano 1963, pp. 289, 509, 551.