NURRA, Pietro
NURRA, Pietro. – Nacque ad Alghero il 5 dicembre 1871, da Severino e da Carmina Frova.
Al Liceo Azuni di Sassari fu allievo di Vittorio Cian, che lo avviò alle ricerche sulla letteratura popolare e il folklore, e con lui curò i due volumi della raccolta annotata di Canti popolari sardi (Palermo 1893; 1896). Aveva esordito nel 1892 con una recensione su La nuova Sardegna e pubblicò poi in riviste, opuscoli e miscellanee numerosi contributi sulla letteratura popolare isolana, testi inediti e rassegne. I suoi lavori e i progetti che vi annunciava – tra i quali una raccolta di sacre rappresentazioni e il manuale pratico Come si raccoglie (Norme ai folkloristi sardi) – vennero segnalati molto benevolmente nelle riviste più autorevoli, dal Giornale storico della letteratura italiana all’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari. Collaborò con Angelo De Gubernatis, per la Società nazionale per le tradizioni popolari, fondata nel 1893, e con la giovane Grazia Deledda.
Conseguita la laurea in giurisprudenza all’Università di Sassari (novembre 1893) con una tesi sul socialismo, dopo una breve esperienza d’insegnamento entrò, nel febbraio 1896, alla Biblioteca universitaria di Sassari come sottobibliotecario.
Pubblicò in quel periodo due dei suoi volumi più interessanti, Nella Barbagia settentrionale: impressioni di viaggio (Sassari 1896), un vivace diario dei vagabondaggi e incontri alla ricerca di materiale folklorico (che avrebbe dovuto costituire un secondo volume), e l’Antologia dialettale dei classici poeti sardi (ibid. 1897), che raccoglieva per la prima volta in maniera organica e commentata testi dei più significativi poeti dell’isola dal Cinquecento all’Ottocento, definendo un canone che costituisce tuttora un riferimento imprescindibile.
Giunto nel 1898 alla Biblioteca Braidense di Milano, mutò interessi iniziando a collaborare con agili articoli su personaggi femminili e fenomeni di costume, soprattutto del Settecento, a Natura ed arte, Emporium e a L’illustrazione italiana. Si inserì nell’attività politica e sindacale legandosi a Filippo Turati, e lanciò con lui nel 1901 sulla Critica sociale la proposta di pubblicare un Annuario del socialismo italiano. Fu tra i fondatori e vicepresidente dell’Associazione nazionale fra gli impiegati delle biblioteche; collaborò all’organizzazione del primo Congresso degli impiegati italiani (Napoli 1904) e l’anno successivo divenne segretario della Confederazione nazionale degli impiegati. Collaborò con Turati a Roma nell’opposizione alla legge sullo stato giuridico degli impiegati e cercò senza successo di organizzarvi un grande congresso sindacale. Contribuì al programma dei socialisti per le elezioni di Milano del 1908 e si interessò ai problemi del territorio e dell’edilizia dirigendo il mensile Le case popolari e le città-giardino (1909-1910).
Dimessosi nel 1909, su pressione del Ministero, dalla carica di segretario della Confederazione nazionale degli impiegati, riprese a collaborare a Emporium e ad altre riviste con articoli su temi e figure del Risorgimento, legati alle ricorrenze del Cinquantenario dell’Unità. Il 5 aprile 1911 sposò Colomba Benzi, con la quale ebbe due figli, Severino (1909) e Lucia (1911).
Nel 1912 ottenne il trasferimento alla Biblioteca universitaria di Genova e intervenne sulla Nuova Antologia e La coltura popolare (e poi sulla Critica sociale) con incisive proposte di riassetto del settore delle biblioteche, che si legavano all’inchiesta parlamentare sulla pubblica istruzione e ai propositi di riforma del ministro Luigi Credaro.
Resse la direzione della Biblioteca di Genova per lunghi periodi dal 1913 e stabilmente dal 1916, conseguendo nel 1920 l’inquadramento nel grado di bibliotecario. Nel dopoguerra riprese l’attività sindacale: fu tra i promotori della Giovane Sardegna, fondata a Genova nel 1919 (e ricordata da Gramsci in Alcuni temi della quistione meridionale), e della Confederazione nazionale degli impiegati e salariati dello Stato, anch’essa costituita a Genova. Fondatore e presidente dell’Associazione dei funzionari delle biblioteche pubbliche governative, presentò proposte di riforma del settore alla Commissione parlamentare per la pubblica istruzione nel 1922 e al ministro Gentile nel 1923.
Con l’avvento del fascismo lasciò l’attività sindacale dedicandosi a ricerche storiche soprattutto sul Risorgimento. Collaborò all’organizzazione del XIII Congresso della Società nazionale per la storia del Risorgimento (Genova 1925) e alla Mostra ligure del Risorgimento, curata insieme ad Arturo Codignola, con il recupero di molti documenti e cimeli conservati da privati.
Si dedicò soprattutto alla segnalazione di fonti sconosciute o inedite per la storia ligure e a personaggi come Goffredo Mameli e Giovanni Ruffini (per le ricorrenze del 1927 e del 1931), collaborando con la Società di scienze e lettere, di cui fu bibliotecario e membro del Consiglio direttivo, e con la Società ligure di storia patria, di cui fu deputato dal 1936 e nei cui Atti pubblicò due importanti volumi, le Memorie per la storia di Genova dagli ultimi anni del secolo XVIII alla fine dell’anno 1814 di Girolamo Serra (1930), dal manoscritto conservato dalla famiglia, e La coalizione europea contro la Repubblica di Genova (1793-1796) (1933). Fuori dall’ambito regionale portò alla luce, con un articolo su La lettura (1928, n. 3), il diario di un cuoco che aveva partecipato alle Cinque Giornate di Milano. I suoi numerosi contributi, pur se dedicati soprattutto alla presentazione di fonti e non sempre approfonditi, attirarono l’attenzione degli storici su alcuni temi non ancora esplorati – come il giansenismo ligure e le cospirazioni giacobine – e risultano tuttora utili.
Fece parte del Comitato promotore dell’Associazione dei bibliotecari italiani (1930) e del suo consiglio direttivo e organizzò a Genova il congresso nazionale nel 1936, oltre a presiedere il comitato locale dell’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche. La forte intesa che riuscì a stabilire con l’Università di Genova e il rettore (e senatore) Mattia Moresco gli permise di realizzare la ristrutturazione della Biblioteca universitaria, che occupò l’attigua ex chiesa di S. Girolamo, con un progetto innovativo dal punto di vista architettonico e tecnologico. Oltre alla nuova sede, inaugurata nel dicembre 1935, furono acquisiti numerosi fondi, incrementati gli acquisti e creato un Centro bibliografico ligure. Nel 1933, con l’istituzione della Soprintendenza bibliografica per la Liguria e la Lunigiana, scorporata da quella di Torino, fu nominato soprintendente e in quella veste sollecitò la modernizzazione delle biblioteche dei centri maggiori della regione e organizzò i primi corsi di formazione per le biblioteche popolari.
Con l’entrata in guerra dell’Italia (1940), curò efficacemente lo spostamento del materiale di pregio delle biblioteche della Liguria e del Piemonte a Castelletto d’Orba e la protezione della Biblioteca universitaria, il cui patrimonio non subì danni nonostante i pesanti bombardamenti subiti dalla città. Nel 1941 curò l’acquisizione della raccolta di manoscritti e incunaboli donata dal senatore Gerolamo Gaslini e nel gennaio 1942 fu collocato a riposo.
Morì a Genova il 14 novembre 1951.
Fonti e Bibl.: Genova, Biblioteca universitaria, Archivio storico, Fascicoli personali, ad nomen; Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generaleAccademie e biblioteche, 1926-1948, bb. 44, 186, 358, 454, 456, 460; 1950-1980, b. 101; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma 1895, pp. 649-650; Dictionnaire international des écrivains du monde latin, Rome 1905, p. 1063; A. Gramsci, La Sardegna e la classe operaia (1920), in L’Ordine nuovo, Torino 1954, pp. 322-324; T. Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei, Napoli 1922, p. 288; A. Gramsci, Alcuni temi della quistione meridionale (1926), in Scritti politici, Roma 1967, pp. 720-742; Chi è ?, Roma 1928, pp. 352-353; ibid. 1931, p. 544; ibid. 1936, p. 655; ibid. 1940, p. 674; ibid. 1948, p. 654; G. Deledda, Lettere ad Angelo De Gubernatis, Cagliari 2007, ad ind.; L’Italia e gli italiani di oggi, Genova 1947, p. 520; M. Saba, P. N., in La nuova Sardegna, 3 gen. 1952; Il secolo XIX (La Spezia), 16 gen. 1952; V. Vitale, Breviario della storia di Genova, II, Genova 1955, pp. 181, 186-190, 208; A.M. Cirese, Poesia sarda e poesia popolare nella storia degli studi, Sassari 1961; F. Turati - A. Kuliscioff, Carteggio, II,1900-1909, Torino 1977, pp. 698, 914-915, 950; G. Melis, Burocrazia e socialismo nell’Italia liberale, Bologna 1980, pp. 75-77, 168-172; A. Lecca, Gli scritti demologici di P. N., in BRADS (Bollettino del repertorio e dell’atlante demologico sardo), 1981, n. 10, pp. 63-79; G. Bergami, Il progetto di un annuario socialista in due lettere inedite di Filippo Turati, in Nuova Antologia, 1986, pp. 339-345; A. Petrucciani, Le biblioteche, in Storia della cultura ligure, III, Genova 2005, pp. 319-329; Le biblioteche e gli archivi durante la seconda guerra mondiale, Bologna 2007, ad ind.; A. Petrucciani, P. N., in Diz. biografico dei soprintendenti bibliografici (1919-1972), Bologna 2011, pp. 433-450 (con bibliografia delle opere).