MONACO, Pietro
MONACO (Monego, Monacho), Pietro. – Figlio primogenito di Jacopo, carpentiere di Zoldo (presso Belluno), e di Maria Panciera, nacque a Belluno nel 1707, come risulta dall’atto di battesimo del 22 settembre (Alpago Novello, p. 524).
Si è a lungo ritenuto che si sia trasferito a Venezia da Belluno intorno al 1732 (ibid., p. 525) e che abbia compiuto l’apprendistato professionale fuori dalla laguna (Pallucchini, p. 33). È invece probabile che si sia trasferito a Venezia tra il 1718 e il 1722 e che abbia abitato presso lo zio Tommaso Monaco, se in un documento redatto il 6 luglio 1733 in occasione del matrimonio del M. con Marina Giulia Crivellari (dalla quale ebbe tredici figli) si dichiarava che era giunto a Venezia «da putelo» per far da garzone (Apolloni, pp. 10 s., 80 s.).
Nel 1732 il M. era già un incisore affermato, come dimostra la partecipazione ai primi 6 volumi del Thesaurus antiquitatum Romanarum (riedizione dell’opera in 12 volumi di Johann Georg Graeve, Amsterdam 1697), per cui realizzò 30 incisioni, tra cui una pianta di Roma, 15 vedute della città e il frontespizio dell’opera; per i restanti 6 volumi, pubblicati a Venezia nel 1735, il M. firmò 4 incisioni ma ne realizzò probabilmente altre 46 (ibid., p. 12 n. 33). Nello stesso anno incise e firmò il ritratto del Procuratore Daniele Bragadin.
Nel 1737 eseguì il frontespizio dell’opera Utriusque thesauri antiquitatum Romanarum Graecarumque nova supplementa di Giovanni Poleni, raffigurante Minerva con un putto che regge lo scudo, su disegno di Giambattista Tiepolo (ibid., p. 12).
Nel 1738 gestiva da libero professionista una bottega presso «S. Lunardo alle Calleselle» (ibid., p. 13).
Al 1739 risale la pubblicazione delle prime stampe che poi sarebbero confluite nella sua opera più famosa, la Raccolta di centododici stampe di pitture della storia sacra.
Nel 1743 il M. fu padrino di battesimo del figlio di Giambattista Brustolon (ibid., p. 13), il più noto incisore bellunese attivo a Venezia.
Nel 1744, su invito di Giuseppe Zocchi, realizzò un’incisione per La scelta di XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della città di Firenze (Firenze) e altre sei per il volume Vedute delle ville e d’altri luoghi della Toscana (Mason; Apolloni, p. 14).
Nel 1746 pubblicò una riedizione arricchita della sua Raccolta ed eseguì trenta vignette per il Poema parabolico - diviso in morale, politico e fisico di Jacopo Sanvitale, su disegni di Giuseppe Contenti (Morazzoni, p. 253).
Nel 1748 partecipò alla pubblicazione delle Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, commissionate da papa Benedetto XIV al marchese Giovanni Poleni di Padova (Vivian, pp. 119-121).
L’anno successivo per l’opera Ecclesiae Venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae ac in decades distributae, edita a Venezia, realizzò probabilmente 22 incisioni (Apolloni, p. 18), di cui una sola firmata, riproducenti medaglie, effigi di santi e beati, strumenti della Passione, oggetti sacri liturgici. Incise inoltre il ritratto della contessa Paola Rubbi, da un dipinto di Bartolomeo Nazari, pubblicato nel volume Private disavventure d’una donna di spirito ossia Vita della signora Paola Rubbi contessa Carli-Rubbi (Lucca 1750; ibid.).
Nel 1750 fu accettata la sua candidatura come mosaicista per la basilica di S. Marco e per dimostrare la propria abilità, il 6 sett. 1750 (ibid., pp. 18, 95), presentò una piccola pala a mosaico raffigurante L’elemosina di s. Antonio, su disegno di Tiepolo (Merkel, pp. 264 s.). Gli fu chiesto anche di restaurare il mosaico con il profeta Daniele sopra una delle porte della controfacciata, dove lasciò la firma. Il M. fu assunto nell’aprile del 1751 (Apolloni, p. 96), con i figli Giacomo e Gerolamo come apprendisti.
Nello stesso anno incise il ritratto di Ludovico Antonio Muratori, per le Dissertazioni sopra le antichità italiane (Venezia), e quello di Jacopo Sansovino, da Tiziano, per Vita di m. Jacopo Sansovino, edito a Venezia (Morazzoni, p. 257).
Dagli anni Cinquanta collaborò attivamente con il pittore e disegnatore veneziano Pietro Antonio Novelli (Alpago Novello, pp. 481-484).
Nel 1753 tradusse in rame 13 disegni di Novelli e quello dell’antiporta di Bartolomeo Nazari per Versi sciolti di tre eccellenti moderni autori con alcune lettere non più stampate, editi a Venezia (Morazzoni, p. 232). Sempre su disegno di Novelli, nel 1766, realizzò una pala a mosaico per la chiesa di S. Maria Nova. La collaborazione tra i due continuò anche nelle nove incisioni del volume Componimenti poetici in occasione che la nobil donzella Cecilia Barbaro veste l’abito di S. Benedetto, pubblicati a Venezia nel 1787 (Apolloni, pp. 20 s.).
Il lavoro nell’ambito dell’illustrazione libraria proseguì nel 1754 con un’incisione per la Lettera del santissimo signor nostro Benedetto papa XIV al nobile uomo Flaminio Cornaro (Venezia) e nel 1756 per il volume L’arte del blasone dichiarata per alfabeto … (ibid.), per il quale il M. firmò l’antiporta e realizzò 35 incisioni a tutta pagina e altre 42 di minori dimensioni (Alpago Novello).
Intanto il M. continuava la sua attività come mosaicista: il 21 ag. 1756 fu chiamato a restaurare alcuni mosaici della cattedrale di Torcello (Apolloni, pp. 21, 97) e nel 1757 realizzò una pala a mosaico raffigurante S. Lorenzo Giustiniani in estasi, per l’ospizio di Murano destinato alle vedove dei maestri vetrai (Murano, Museo vetrario).
Nell’ambito delle isole lagunari il M. lavorò anche come incisore ripubblicando alcuni rami già editi nelle Ecclesiae Venetae e producendone 7 nuovi, per le Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane, e torcellane (Padova 1758; ibid., p. 22).
Sempre nel 1758 produsse 12 incisioni per Venezia favorita da Maria. Relazione delle imagini miracolose di Maria conservate in Venezia (Padova). Le medesime immagini, insieme con altre 38 riproducenti icone mariane di Veneto, Friuli, Lombardia, Istria, Dalmazia e isole di Corfù e Zante, furono ripubblicate nel 1761 da Antonio Zatta nella raccolta Notizie storiche delle apparizioni, e delle immagini più celebri di Maria Vergine Ss. nella città e dominio di Venezia. Tratte da documenti, tradizioni, ed antichi libri delle chiese nelle quali esse immagini son venerate (ibid., pp. 22 s.).
Nel 1763 pubblicò la definitiva edizione della Raccolta di centododici stampe di pitture della storia sacra …, caratterizzata, rispetto alle raccolte coeve, da incisioni tratte non solo da opere di pittori antichi, ma anche da dipinti di artisti contemporanei quali G.B. Piazzetta, Tiepolo, S. Ricci, A. Trevisani, Giambattista Pittoni, spesso provenienti da collezioni private.
Un altro elemento di originalità nel panorama dell’editoria dell’epoca riguarda l’ordinamento, le stampe sono infatti disposte cronologicamente in base alla realizzazione grafica e non secondo il racconto biblico (ibid., pp. 42 ss.). Nel 1772, alla morte del M., la raccolta fu ripubblicata da Innocente Alessandri e Petro Scattaglia; nel 1789 una nuova edizione vide la luce per i tipi di Teodoro Viero. L’ultima fu pubblicata a Milano probabilmente tra il 1819 e il 1822 (ibid., pp. 70 s.). Nella raccolta, il M. intese anche pubblicizzare la propria collezione, visto che era mercante d’arte, come si evince dalla corrispondenza con il conte Giacomo Carrara di Bergamo, negli anni 1762-68 (ibid., pp. 100-104).
Nell’ambito della variegata attività del M. rientra anche l’allestimento delle peote, ossia le imbarcazioni a remi che venivano addobbate a festa in occasione di ricorrenze cittadine. Per la regata del 4 giugno 1764, in onore di Edoardo Augusto duca di York, disegnò una barca con il carro di Venere trainato in cielo da quattro colombe, mentre per quella del 4 giugno 1767 per Carlo Eugenio duca di Württemberg, una nave esotica con il Trionfo dell’imperatore di Cina (ibid., p. 25).
Tra il 1767 e il 1769 i lavori della basilica di S. Marco subirono una battuta d’arresto, con conseguente sospensione dei pagamenti (ibid., p. 105). Il M. continuava intanto l’attività di incisore anche per supplire alla crisi economica, e nel 1769 realizzò 21 rami firmati per le Tabulae anatomicae clarissimi viri Bartholomaei Eustachii (Venezia) e alcune incisioni per i Componimenti poetici in occasione delle felicissime nozze di sue eccellenze il n.h. Pier Girolamo Co: Lion Cavazza e la n.d. Isabella C.sa Gritti (Morazzoni, p. 300). Nel 1770 realizzò l’antiporta dei Componimenti poetici in occasione che veste l’abito di s. Francesco nell’illustrissimo monistero del s. Sepolcro l’illustrissima signora Elisabetta Astori prendendo il nome di Elisabetta Eccelsa.
Alla fine del 1770 riprese i lavori per i mosaici di S. Marco, che non poté terminare perché, dopo due mesi di malattia, morì a Venezia il 9 giugno 1772, come si legge nell’atto di morte registrato presso la parrocchia di S. Marcuola (Apolloni, p. 107). Nel luglio fu redatto un inventario dei beni posseduti dal defunto (ibid., pp. 26 s.).
Alcune opere furono pubblicate postume. Nel 1787 a Venezia fu stampata la raccolta di Ritratti delli più celebri pittori della scola veneziana antichi e moderni nuovamente raccolti e pubblicati, dove il M. firmò le effigi, tra gli altri, di Pittoni e Tiepolo.
Fonti e Bibl.: L. De Angelis, Notizie degli intagliatori con osservazioni critiche raccolte da varj scrittori ed aggiunte a Giovanni Gori Gandellini …, Siena 1813, XII, pp. 236 s.; L. Alpago Novello, Gli incisori bellunesi, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze lettere e arti, XCIX (1939-40), pp. 481-484, 524-557; R. Gallo, L’incisione del ’700 a Venezia e a Bassano, Bassano 1941, p. 23; R. Pallucchini, in Mostra degli incisori veneti del Settecento (catal.), a cura di R. Pallucchini, Venezia 1941, p. 33; G. Morazzoni, Il libro illustrato veneziano del Settecento, Milano 1943, pp. 232 s., 253, 257, 285, 290, 300; F. Haskell, Mecenati e pittori …, Firenze 1966, p. 525; F. Vivian, Il console Smith mercante e collezionista, Vicenza 1971, pp. 119-121; G. Zocchi. Vedute di Firenze e della Toscana, a cura di R.M. Mason, Firenze 1981, schede 20, 31, 45, 49, 58, 71, 79; E. Merkel, I mosaici veneziani del Settecento, in Ateneo veneto, XXI (1983), 1, p. 270; Da Carlevarijs ai Tiepolo. Incisori veneti e friulani del Settecento (catal., Gorizia-Venezia), a cura di D. Succi, Venezia 1983, pp. 256-259; G. Knox, Giambattista Piazzetta 1682-1754, Oxford 1992, p. 140; A. Dorigato, in Disegni antichi del Museo Correr di Venezia (catal.), a cura di T. Pignatti, V, Vicenza 1996, p. 65; G. Knox, Giambattista Tiepolo & Pietro Monaco, in Arte/Documento, XIII (1999), pp. 264-269; D. Apolloni, P. M. e la raccolta di cento dodici stampe di pitture della storia sacra, Venezia 2000 (con ulteriore bibl.); U. Thieme - F. Becker, Künsterlexikon, XXV, p. 54.